IL PREZZO

IMG_0030di Arthur Miller

traduzione di Masolino D’Amico

con

Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton

scene Maurizio Balò

costumi Gianluca Sbicca

luci Pasquale Mari

regia Massimo Popolizio

direzione artistica Umberto Orsini

Compagnia Umberto Orsini

Teatro Argentina, Roma, 20 ottobre 2015

 

Maricla Boggio
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IL BUGIARDO

01il bugiardo marianella bargilli geppy gleijeses andrea giordana

di Carlo Goldoni
con
Geppy Gleijeses
Marianella Bargilli
Andrea Giordana
Mauro Gioia
Valeria Contadino
Luciano D’Amico
Lorenzo Gleijeses
Luchino Giordana
scene e costumi Chloe Obolensky
musiche originali di Mauro Gioia
light designer Luigi Ascione
regia Alfredo Arias
Roma, Teatro Quirino, 13 ottobre 2015

Maricla Boggio

Gran testo, questo di Goldoni, che critica i costumi divertendo. Il bugiardo che si prende gioco degli altri si rende simpatico al pubblico perché lo porta a immedesimarsi nelle sue invenzioni e a staccarsi dalla monotonia realistica del vivere quotidiano. Questa è in sostanza la cifra che il regista Arias, insieme a Gleijeses con cui “adatta” l’opera, si sono ispirati, calcando sulla dimensione inventiva, aggiungendovi una specie di cornice da saltimbachi, dove tutta una famiglia si presenta agli spettatori, cercando con i suoi miseri mezzi di allestire lo spettacolo, fra assi sconnesse e tende all’occorenza utili per creare con le ombre cinesi evocazioni di episodi relativi alle bugie che il protagonista Lelio produce a ritmo continuo, per inventarsi un personaggio lontano dalla banalità di quello reale, di figlio di un mercante, tornato dopo vent’anni a Venezia da Napoli dove è cresciuto e si è formato nella dimensione fantasiosa tipica della cultura partenopea.
La cifra saltimbanca serve a Geppy per adottare una recitazione sopra le righe, fra la rivista e lo sketch, divertendosi prima di tutti lui in quel suo trascinare il pubblico al suo gioco.
Arias lo asseconda bonariamente, circondandolo di figurette ben delineate a cominciare dal padre ritrovato che segna la presenza di Andrea Giordana, un Pantalone privo di connotazioni della maschera, come accade anche per il Dottore di Luciano D’Amico e per Arlecchino e Brighella, non più nelle loro livree ma in tuta operaia, entrambi affidati agli accenni acrobatici di Lorenzo Gleijeses, e da Rosaura e Beatrice – Marianella Bargilli e Valeria Contadino – che dopo mille qui pro quo riusciranno a sposare i loro pretendenti, primo fra tutti il bugiardo smascherato e pentito. La modernizzazione di Arias si ferma a qualche costume accostato ad abiti d’epoca, e alla cancellazione delle connotazioni delle maschere, mentre con mano sicura porta il testo alla conclusione lasciando mano libera a Gleijeses di prodursi in tutta libertà. Bella la scena, che introduce a una Venezia vista in lontanaza da quella riva di edifici un po’ sconnessi, quasi a suggerire l’impoverimento di una classe borghese in declino.
Gremito il Quirino alla sua apertura, con tanta gente di teatro a scambiarsi lamentele e speranze nei confronti di un Ministero i cui tagli al teatro hanno penalizzato moltissime compagnie. Allora non resta che valutare in positivo se qualcuno ha il coraggio di mettere in scena un testo con tanti personaggi e un allestimento complesso e costoso.

CABARET

cabaret2015roma

testo di Joe Masteroff
basato sulla commedia di John Van Druten
e sui racconti di Christopher Isherwood
musiche di John Kander
liriche di Fred Ebb
scenografie di Gabriele Moreschi e Saverio Marconi
costumi di Carla Accoramboni
regia di Saverio Marconi
Teatro Brancaccio, Roma
7 ottobre 2015

Maricla Boggio
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