BROTHERS

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libero adattamento da

Brødre di David Benioff

adattamento e regia

Matteo Fasanella

con

Paolo Buglioni, Andrea Venditti, Claudio Crisafulli, Giulia Bornacin

e le bambine Giulietta Rebeggiani, Chiara Barletta, Eleonora Setzu

Stanze Segrete, Roma, 8 novembre 2017

Maricla Boggio

Il dramma di un reduce dalla guerra in Afghanistan è il tema su cui ruotalo spettacolo, liberamente tratto da un testo del danese Brødre, e adattato con sua regia da Matteo Fasanella, non nuovo a difficili trasposizioni da testi pensati per un film.

Nello spazio ben utilizzato di Stanze Segrete Fasanella sviluppa con rigore di taglio e resa emozionale degli attori la vicenda esemplare di una famiglia americana, che, nel 2007, epoca della guerra in Afghanistan, vede partire Sam, il giovane marito e padre, più per esigenze economiche che per scelta patriottica.

L’armonia che regna nel piccolo nucleo familiare, prima della partenza del giovane marine, ha come contorno l’apporto del nonno che prodiga alla bambina quell’affetto che riesce ad esprimere con lei, dopo anni di silenzio e contrasti che la sua personalità ha patito dopo aver fatto la guerra in Vietnam. Si aggiunge a tratti, con discontinua capacità affettiva, Tommy, l’altro figlio, che è stato carcerato per una qualche rapina e non gode della stima del padre, anche se il fratello lo tratta con affettuosa comprensione e la nipotina lo coinvolge nei suoi giochi.

La morte presunta di Sam porta a inevitabili risvolti sentimentali suo fratello, che inizia una relazione con la cognata ormai convinta della morte del marito. Il ritorno del marine mette allo scoperto la situazione familiare mutata, che Sam avverte dalle più piccole cose – l’eliminazione delle coppe da lui vinte nello sport – fino alle grandi, che riguardano l’affettività della bambina nei confronti dello zio, e una sorta di equivoco sforzo a recuperare l’attrazione per lui da parte della moglie.

Come un Otello desideroso di essere davvero tradito, Sam accusa la moglie di essere stata a letto con il fratello, e la bimba, in un accesso di gelosia, come accade talvolta ai bambini che inventano o dicono davvero una verità, denuncia che la madre preferisca andare a letto con Tommy anziché con il padre, che quindi si convince di essere stato tradito: starà per sparare, forse a lei, forse al fratello. Ma l’intervento della Polizia fa precipitare le cose ed è lui in conclusione, a spararsi.

Ben centrato il tema del dramma della guerra, che in ogni tempo e circostanza porta alla morte non solo chi in guerra muore, ma soprattutto chi ne torna, vivo di una vita effimera e tormentata. Se l’autore danese avesse messo in maggior risalto non tanto il dramma di chi torna, stroncato dagli orrori a cui ha dovuto partecipare, quanto il dramma delle vittime innocenti che quegli orrori li hanno subìti sulla loro carne, il suo testo sarebbe stato ancora più eloquente.

Molte le scene in cui gli attori devono sostenere con perizia quanto un’interpretazione di sentimenti forti può essere possibile in cinema, richiede notevoli sforzi quando la si deve ripetere ogni sera.

Paolo Buglioni aderisce al personaggio del nonno con equilibrata durezza e affettuosità con i figli e la nipotina, rappresentando anche la memoria storica delle guerre intraprese dai governanti americani, sordi alle sofferenze che ricadono soltanto sui soldati mandati allo sbaraglio.

Andrea Venditti dà credibilità stanislavskiane al suo Sam, sia nella prima parte, in cui è sciolto e fiducioso, che quando, al ritorno, impedito dai ricordi della guerra a rientrare nell’esistenza quotidiana, sostiene con forza  espressiva gli accessi di follia che  si impossessano di lui.

Claudio Crisafulli impersona Tommy con adeguate oscillazioni caratteriali e risvolti alla James Dean.

Giulia Bornacin interpreta la moglie con sensibilità e adesione, sia nei momenti di gioia materna che nell’ambivalente comportamento con il marito e con il cognato.

Una sorpresa piacevolissima è l’interpretazione della bimba, spontanea e vivacissima che pare davvero vivere il suo ruolo, spartito dal  regista di sera in sera a una delle tre prescelte. Questa sera, crediamo si tratti di Eleonora Setzu, che alla fine della rappresentazione abbraccia le due compagne che hanno assisto allo spettacolo.