DRACULA .LA LEGGENDA

di Massimo Roberto Beato

 

con Jacopo Venturiero,

Massimo Roberto Beato,

Nicoletta La Terra,

Maria Teresa Pintus

costumi C.d.M. con Monica Raponi

movimenti scenici Maria Borgese

luci e grafica Manuela Giusto

voci di

Dario Penne,

Eugenio Marinelli,

Lorenzo Venturini

 

regia di Jacopo Bezzi

 

18 novembre 2014, Stanze Segrete, Roma

 

Maricla Boggio

 

Penetrando in un salotto che si dilata ad altri ambienti in una continuità-discontinuità che induce a dimenticare una visione  realistica portando alla libera trasposizione fantastica, adatta allo spazio diversamente configurabile a seconda delle esigenze sceniche, lo spettatore si trova di colpo dentro a quella temperie carica di suggestioni inquietanti che fin dal titolo si aspetta.

Ma la previsione, che induce alla difesa, viene superata dai marchingegni sonori, luministici e soprattutto interpretativi che gli interpreti offrono di questa storia – firmata con perfida apparente ingenuità da Massimo Roberto Beato – che vuole riportare alla luce, con intenti innovativi, il mito di Dracula  atto a smontare le sicurezze razionali di chi vi assiste. Merito del teatro, che, al di là delle personali sicurezze, immette in un universo in cui l’immedesimazione impera, fottendosene delle ragionevoli certezze. E’ così che il clima è creato fin dall’inizio, che dilata l’attesa finché il teatrino non sia zeppo dei suoi spettatori, affannati dal traffico e tremanti nei confronti dello spettacolo che già gli si impone appena entrati in quel semibuio percorso da ondate di suoni magnetici. E in questo clima gli attori sviluppano con disinvoltura la complessa vicenda. Protagonista narrante è Jonathan Harker – lo stesso autore Massimo Roberto Beato, fattosi stuporoso e attonito -, un tranquillo signore andato in Transilvania per trattare il trasferimento a Londra di un certo conte Dracula – che Jacopo Venturiero impone con straordinaria autorevolezza portata a morbosità di toni e di gesti, con una ben evidente punta di  ironia.

Jonathan, via via che permane al castello di questo nobile un po’ bizzarro, vestito di lunghe vestaglie di seta rossa e servizievole al punto da sbarbarlo, con gran gioia quando lo ferisce leggermente – quel sangue lo eccita anche se da appena una piccola ferita – questo tranquillo amministratore va facendosi sempre più terrorizzato e impotente a fuggire. Gli è di conforto scrivere all’amata Mina, che lo attende a Londra – Nicoletta La Torre, apprensiva e sollecita quanto vuole la parte, di giovane innamorata della buona borghesia -; ma le lettere non partiranno mai, piuttosto sarà un diario a descrivere l’angosciante esperienza -, mentre la dolce ragazza in apprensione si confida con l’amica Lucy – una maliziosa Maria Teresa Pintus, a cui va il compito di svelare segreti e mondane mode dell’epoca, legate allo spiritismo -, a sua volta implicata nelle misteriose e complesse vicende di un paziente del suo fidanzato psichiatra…

Insomma, la storia è quanto mai complessa e ingarbugliata, come accade in quei romanzi di appendice dove al mistero si aggiunge il mistero. Ciò che si fa apprezzare nello spettacolo è l’agile avvicendarsi degli interpreti nei momenti di tipo realistico e nelle esaltazioni oniriche, a cui la regia di Jacopo Bezzi impone sorprese fiammeggianti, appassionati amplessi in frenetiche danze, filtraggi infernali quando il povero Jonathan scopre in una cassa da lui aperta l’immagine del tragico Dracula, oltre a una recitazione che si dedica palesemente al gusto del gioco.

Qualche taglio e alcune chiarificazioni narrative renderebbero lo spettacolo più godibile, eliminando quei momenti ripetitivi ed esplicativi che distraggono l’attenzione dal filone essenziale del racconto. Ma se si vuole provare qualche brivido genuino, e poi una ben meritata risata finale, “Dracula – la leggenda” è da vedere.