MADAME PINK

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commedia con canzoni e cane

scritta da Alfredo Arias e René de Ceccatty

musiche Mark Plati e Mauro Gioia

regia Alfredo Arias

con Gaia Aprea, Flo, Mauro Gioia, Gianluca Musiu, Paolo Serra

scene Agostino Iacurci

costumi Marco De Vincenzo

disegno luci Cesare Accetta

maschera Erhard Stiefel

testi delle canzoni Alfredo Arias e Mauro Gioia

arrangiamenti musicali Mark Plati

musiche eseguite dal vivo Giuseppe Burgarella, Ben Croze,

Marco Di Palo, Salvatore Minale

Produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

Roma, 14 marzo 2017

Maricla Boggio

Sono tanti gli spettacoli firmati da Alfredo Arias in Italia, dove si trova di casa, specie nell’ambito napoletano. Ricordiamo una sua regia davvero emozionante, gioiosa, piena di colori e di invenzioni: si trattava della rappresentazione di “Circo equestre Sgueglia” che con con fedeltà e passione faceva rivivere in scena un testo famoso di Raffaele Viviani.

Con “Madame Pink” Arias ha voluto cimentarsi non solo nell’ambito da lui felicemente frequentato della fantasia giocosa e fine a se stessa, quando ha voluto creare un mondo spettacolare non sostenuto da un testo. In questa “commedia con canzoni e cane” le motivazioni che Arias, regista e coautore insieme a René de Ceccatty, pone a sostegno dello spettacolo sono di notevole concettualità, chiamando in causa il cinema americano degli ambienti hollywoodiani degli anni Settanta, a cui si collega poi l’universo teatrale di una Broadway di falsi happy ends. E cerca di teorizzare in una sua visione di quel mondo l’idea che sotto quell’apparente leggerezza e gioia di vivere si celi una realtà di violenze e crudeltà, che nell’ambito delle invenzioni disneyane ha il suo clou nelle storie di animale teneri a una prima lettura, feroci poi, se si va a ben interpretarli nei loro comportamenti rivolti agli esseri umani. Tante motivazioni non giovano tuttavia a far gustare uno spettacolo complesso e pieno di situazioni volutamente inaspettate, dove il suo racconto rischierebbe di involvere ancora di più nelle interpretazioni chi legge.

Tutto si aggira intorno a una singolare Madame Pink che si incapriccia di una cagnetta rosa vista in una vetrina e subito acquistata, ricordandole inoltre una sorella perduta. Da tale inizio si sviluppa poi bizzarramente la storia, che vede tre amanti della Pink via via aggrediti con ferocia beluina da Roxy, la cagnona rosa, che da dolce sollecitatrice di affetto si fa crudele fino al delitto. A rischio di essere annullata sotto un camion della spazzatura, Roxy viene comunque salvata, e sarà venduta alla Regina di Inghilterra a prezzo stratosferico dalla ormai disincantata Madame Roxy.

La gratuità delle invenzioni e l’andamento ricco di trovate dello spettacolo non riesce a calamitare gli spettatori, nonostante la meticolosa capacità interpretativa degli attori, che rendono i personaggi con vivezza e altissima professionalità, a cominciare da Gaia Aprea che si fa anche sofisticata cantante delle moltissime canzoni che si alternano ai momenti recitati, e lo fa con estremo professionismo, indossando squilibranti parrucche e deliziosi abitini plissés. Degna di apprezzamento la Roxy di Flo, che per tutta la durata della rappresentazione si cela sotto una maschera da cagnetta da gran premio canino con quel pelame ondeggiante intorno al muso allungato, e i suoi gesti e movimenti ne accompagnano caninamente le tante canzoni eseguite con una voce davvero interessante. I tre uomini della commedia sono messi alla prova con le canzoni loro toccate – Mauro Gioia le ha anche scritte, assieme al musicista Mark Plati e ci si immerge piacevolmente -; Gianluca Musiu si muove con capacità mimiche stravaganti soprattutto quando si rotola per la scena, ormai ucciso dalla crudele Roxy; Paolo Serra atteggia un po’ il suo Regularman come il brechtiano Mackie Messer e tutti quanti si adoperano per portare al divertimento lo spettacolo, coloratissimo e fantasioso nelle scene di Agostino Iacurci e nei costumi di Marco de Vincenzo.