ATTUALITA’ DEL PENSIERO DI BASAGLIA

CONVEGNO
indetto da
PSICHIATRIA DEMOCRATICA

30 novembre – 1° dicembre 2012
1° dicembre, ore 14,30
Capitoli da “Santa Maria dei Battuti”
di Maricla Boggio e Franco Cuomo

Voce di Vittorio Gelmetti interprete del vecchio LUCA
dalla registrazione effettuata dalla Discoteca di Stato nel 1969
Foto dello spettacolo
Testimonianze
di
Maricla Boggio, Francisco Mele, Renato Parascandolo

APPUNTI

 

di Maricla Boggio

per l’intervento su

 

BASAGLIA E IL TEATRO

 

Dedico l’intervento a Franco Cuomo, scomparso nel 2007, che credette in questo testo.

 

Premessa

Nel Sessantotto io ero appena uscita dall’Accademia. Volevo trovare dei testi che mi aprissero, al di là dei classici,  alla vita civile e politica.

Già lo avevano fatto altri autori di teatro, sviluppando tematiche a loro idonee. Diego Fabbri aveva dato risalto a problematiche religiose, inventando una forma di rappresentazione nuova che metteva in scena il processo; dopo di lui lo adottarono tanti autori, ma allora fu una novità, e catturò il pubblico. C’era il Testori della disperazione delle periferie, con i tradimenti operai, c’era l’irrisione garbata e velenosa di Aldo Nicolai ecc.

Franco Cuomo, dopo una collaborazione con Carmelo Bene, aveva scritto “Il caso Matteotti”, un riferimento politico preciso. L’incontro con lui determinò la scelta del tema relativo al manicomio, che dopo la lettura de “L’istituzione negata”  ci parve pertinente sia al discorso legato alla malattia mentale, sia a un più ampio panorama che per metafora includesse un disagio esistenziale anche di chi non fosse relegato in un ospedale psichiatrico.

Franco Basaglia e il suo gruppo di psichiatri  divennero per noi i protagonisti di un cambiamento epocale.

Assumemmo un personaggio-chiave che riunisse sia Basaglia che i suoi collaboratori e lo chiamammo Direttore.

E in parallelo alle affermazioni del Direttore, prese sostanzialmente da quanto traemmo dai saggi pubblicati, inserimmo dei personaggi che dessero voce al disagio che in altre situazioni si avvertivano, in particolare tutto quanto attiene all’universo della poesia, dell’arte, del teatro, il luogo più emblematico dell’uomo, e quello più penalizzato dalla sua duplice costituzione, quella dello spirito e quella della necessità materiale, del mestiere, della necessità di mezzi economici per farlo vivere, prima di tutto attraverso l’attore che mette tutto se stesso al servizio della rappresentazione.

Occorreva una struttura adeguata al tema. Non una forma realistica, scandita in atti e scene, che avrebbe fatto scadere il discorso a una dimensione borghese, di inizio svolgimento e fine. Una forma che introducesse a qualcosa che aveva a che fare con una religiosità laica, dove il mistero dell’uomo – e dell’uomo violato, in attesa di riscatto – fosse adombrato già attraverso la successione dei momenti dello svolgimento.

In alternanza alle due anime del testo, sono il titolo – emblematico di un nome di ospedale psichiatrico che si appella alla Madonna e a quanti sono picchiati, come tanti manicomi nel corso dei tempi e nei diversi luoghi, a cominciare da “Santa Maria della Pietà” -, il sottotitolo – rapporto sull’istituzione psichiatrica e sua negazione – che induce all’indagine scientifica, documentata, sull’istituzione psichiatrica con la conclusiva negazione di essa, e la sintesi dei “15 misteri con introito e avvento finale”, che riconducono il tutto a una dimensione religiosa.

Il teatro ha una scrittura di base diversa in genere dai saggi. Ronconi afferma che è possibile portare in scena qualunque scritto, anche saggistico o scientifico. Ciò può avvenire, purché allora sia il regista a imprimere in  quel testo quanto egli vuole farvi emergere circa il significato, quel “sottotesto” di cui spesso si parla e che arricchisce e/o modifica  quanto le parole in sé dicono.

Importanti sono l’Introito e i primi 3 Misteri

Qui le pagine di Basaglia e dei suoi collaboratori sono a tratti prese alla lettera, ma si inseriscono in un contesto in cui le stesse realtà a cui esse rimandano vengono rappresentate riprendendo vita attraverso i personaggi. Vengono riportate leggi di un passato che persiste con analoghe limitazioni della libertà e della dignità della persona fino al 1868.

Vengono descritte le varie forme di contenzione: Strozzina, camicia di forza elettroshock e nel contempo si descrive la costruzione carceraria di un ospedale psichiatrico.

Dal Quarto Mistero le voci degli ex reclusi si fa udire partendo dall’autorità di Luca che racconta com’era prima la vita là dentro (V. p. 50 e4 segg.)

Quinto, sesto e settimo Mistero sono sviluppati descrivendo la situazione precedente la Riforma, in chiave di un dialogo sostenuto da un Banditore che in forma straniata avvia e presenta i protagonisti.

Ottavo, nono e decimo Mistero portano avanti il discorso della liberazione dei malati, che da un primo nucleo si allarga a tutti i padiglioni, e del fatto che non solo i medici ma anche gli infermieri aderiscono a questa liberazione che attiene alla dignità dei malati.

E’ nel Nono Mistero che interviene per la prima volta il Direttore, come se avesse atteso che gli altri si esprimessero circa la riforma. Importante la battuta del Direttore a p. 78:

“L’oscenità non è il gesto sconcio provocatorio

ma la distanza a cui si colloca

chi lo tollera

togliendogli ogni significato – anzi

utilizzandolo per oggettivare

chi lo compie. Al reparto C donne

i gesti erano stati spogliati

del loro contenuto provocatorio”.

 

L’undicesimo Mistero è una sorta di parentesi poetica ispirata alla morte di Ofelia nell’Amleto, che introduce al tema della persona che non ha più niente fuori dall’ospedale e al rischio di incidenti che possono accadere a chiunque e risultano invece come relativi alla malattia e alla responsabilità nei confronti del malato da parte della scienza.

Il dodicesimo Mistero prosegue nel discorso relativo alla responsabilità dell’incidente che non può essere soltanto alla malattia, ma deve essere considerato come possibile per chiunque. Il dialogo molto intenso avviene fra il Megaprofessore – depositario del potere tradizionale e il Direttore.

Nel tredicesimo Mistero prosegue il dialogo serrato fra Megaprofessore e Direttore. Il mandato sociale dello psichiatra è messo in discussione. Anche un Coro composto dai malati interviene, p. 93:

Qui si nega la disumanizzazione del malato

….

 

Fondamentale a p. 95 quanto dice il Direttore in risposta al Megaprofessore:

Voi parlate

Di problemi d’ordine scientifico

Per costruire scientificamente

Un nuovo alibi

Che converta in patologia

Qualsiasi forma di dissenso

Verso una società inammissibile

Voi non siete psichiatri – siete strumenti

Di controllo sociale

Al servizio del sistema che vi determina

E’ possibile

A queste condizioni

Parlare di scienza

Se non si chiarisce prima

Che cos’è la politica

Di questa scienza?

 

Il quattordicesimo Mistero esemplifica forme di violenza che esulano dall’ospedale psichiatrico: è l’intera società a rivelarsi violenta.

Il quindicesimo Mistero torna emblematicamente a una figura fuori dall’ospedale psichiatrico: Maria  si brucia le mani nell’acqua bollente di una pentola sentendosi colpevole delle violenze che avvengono nel mondo:

“La prassi della violenza è politica e il rifiuto della violenza è pazzia”.

 

 

AVVENTO – CRISI E VIGILIA conclude il testo con una lunga dichiarazione del Direttore a tratti interrotta dal Banditore o dal Coro, in cui si dispiega l’assunto politico del testo. Si parte dalle violenze denunciate dai giornali a Santa Maria della Pietà per arrivare alle dichiarazioni del Direttore da p. 105, mentre tutti quanti via via accatastano oggetti, camicie di forza, manifesti, timbri del manicomio in cui si definiscono i malati “pericoloso a sé e agli altri” ecc. nel mezzo della scena.

AVVENTO  –  CRISI E VIGILIA

 

DIRETTORE    L’esperimento della Città dimostra

se non altro

che un manicomio dei più tradizionali

può essere radicalmente cambiato

nella sua struttura

senza nessuna collaborazione amministrativa

o aiuto finanziario

e senza attendere variazioni di legge

senza che le condizioni sociali

e quelle dell’ambiente

siano sostanzialmente diverse da quelle

della maggior parte delle altre provincie italiane

 

BANDITORE    da strillone

Roma . Sevizie ai malati

di Santa Maria della Pietà

 

CORO   facendogli eco a più voci separate, distanti tra loro

Sotto inchiesta medici e infermieri

del manicomio provinciale

 

Già pronti i mandati di cattura

 

Le indagini del magistrato

 

La denuncia di un malato – altre testimonianze

Parlano i ricoverati dell’ospedale psichiatrico

 

Vioenza a Santa Maria della Pietà

 

Le accuse dei ricoverati

confermate dall’inchiesta

del procuratore della repubblica

 

Le ammissioni dei medici

 

BANDITORE   Medioevo – medioevo oggi

Persone legate

a letti di contenzione

Le camicie di forza

per giorni e nottate intere

fino a perdere conoscenza

morire….

 

il Banditore è accompagnato dal Coro in litania

 

CORO   Kyrie eleison

Christe eleison

Kyrie eleison

Christe audi nos

Christe exaudi nos

Miserere nobis

Miserere nobis

Miserere….

 

BANDITORE   Morire – medioevo – malati frustati

alla presenza dei medici

Nessun segno di pietà

ha accerato il magistrato

niente di umano – nessuna pietà

al manicomio di Santa Maria della Pietà

 

 

CORO   Sancta Maria – ora pro nobis

Sancta Dei Genitrix – ora pro nobis

Sancta Virgo virginum  – ora pro nobis

mater Christi…

 

sovrapposizione di voci e dissolvenza. Silenzio. Luce piena sul pubblico e sulla scena – come per un dibattito

 

BANDITORE    E’ solo in scena – al pubblico

L’indignazione per l’inumanità

dell’istituzione chiusa – del manicomio tradizionale

rischia di proporre riforme

che sono prigioniere delles tesse strutture

che l’hanno generata

La proposta di riformare empiricamente

l’ospedale psichiatrico

conduce a una ideologia

della comunità terapeutica

E NON FA CHE RINVIARE

IL PROBLEMA DI FONDO

Psichiatri talvolta in buona fede

ritengono

di non poter far niente

per cambiare davvero

la loro istituzione

e si trincerano

dietro le colpe dei politici

e degli amministratori

 

mentre il Direttore parla entrano in scena poco per volta tutti. Alcuni indossano divise manicomiali e recano palette da cantonieri riproducenti in tondo a grandezza ben visibile i timbri dell’istituzione psichiatrica tipo REPARTO-AGITATI ALTA SORVEGLIANZA, REPARTO CRONICI, DECRETO DI RICOVERO DEFINITIVO, ASSOCIATO ALL’OSPEDALE PSICHIATRICO e PERICOLOSO A SE’ E AGLI ALTRI E DI PUBBLICO SCANDALO; alcuni recano simboli della società costituita tipo lucerna da gendarme, copricapi accademici, dischi e fotoromanzi, una parrucca bionda da diva, strisioni elettorali, fucili ed elemtti, elettrodomestici, panettoni ed altri simboli della civiltà dei consumi. Per il trasporto di tutti gli oggetti si genera un via vai silenzioso che procede finché il materiale non è tutto accatastato al centro della scena. Alcuni degli attori in camicia di forza, che hanno assistito attoniti al traffico degli altri senza potervi partecipare, vengono liberati. L’azione è commentata da un lontanissimo rullo di tamburi

 

Il problema vero

è quello della funzione costitutiva

dei manicomi

che non è prevalentemente terapeutica

ma repressiva. Il manicomio

esiste soprattutto

per difendere i cittadini

da quella minoranza d’individui

che per il loro comportamento diverso

non sono graditi – l’esclusione

inevitabilmente

già presuppone una violenza

insituzionalmente approvata – così lo psichiatra

è libero di operare

nel suo manicomio

alò di fuori di ogni controllo sociale

investito anzi di un potere

che la societù è ben lieta di assegnargli

una volta per tutte. Il malato di mente

viene così schiacciato

perché è l’unico

a uscire totalmente dalle regole del gioco

L’isitutzione è violenta

perchè il suo solo scopo

è quello di difendere

la violenza della società esterna

La società esterna

genera con la sua violenza il malato

e lo esclude

in quanto non più produttivo – non più sfruttabile

ai suoi fini. Come escluso

il malato diventa il capro espiatorio

della organizzazione coercitiva esterna

l’ultima vittima della violenza sociale

che nell’espellerlo

dall’universo dei suoi eventuali contestatori

lo affida per una sepoltura definitiva

alla violenza istituzionale

 

terminato l’accatastamento dei materiali, tutti smontano le grate e le altre parti scomponibili di cui è costituito l’impianto manicomiale precedentemente costruito. Altri nel frattempo portano in scena brande semismontate con ancora i lacci di garza legati alle strutture metalliche, lenzuola, strumenti terapeutici, registri ed altri materiali d’uso nell’istituzione chiusa.  Insieme con le strutture smontatein scena, i nuovi materiali vengono accatastati su quelli precedenti, fino a formare un’approssimativa piramide. Lacci delle camicie di forza e garza vengono usati per tenere insieme la struttura. Lontano i tamburi rullano.

 

La libertà non esiste neppure all’esterno

L’istituzione chiusa

ha per lo meno il pregio

di rendere evidente

una oppressione generale

 

In ogni società si vive

ci si ammala

si diventa vecchi

si è soli – ma una società fondata

sull’ideologia del benessere

per ignorare il malessere

salva soltanto ciò che rientra

nei suoi scopi – il resto viene negato

attraverso l’ideologia

dell’incurabilità

dell’incomprensibilità

della natura umana

su cui si costruisce il castello

del pregiudizio

 

intorno alla piramide, a lavoro ultimato, tutti ammassano fascine

 

nella società del benessere

o si sta bene

o si è fuori. Ma chi è fuori

non può manifestarsi brutalmente

per ciò che è – egli

dev’essere escluso

catalogato

attraverso le ideologie ufficiali

che definiranno di volta in volta

il suo stato come

vizio

malattia

razza

colpa

 

ammassate le fascine, si schierano tutti ordinatamente ai lati della piramide – come in attesa di un segnale per il rogo. Tamburi

 

La nostra società

preferisce definire malattia

ogni sua contraddizione

anziché riconoscere

nelle proprie contraddizioni

il prodotto

del sistema su cui si fonda

Una società così

 

i tamburi rullano più forte – crescendo

 

va messa in cisi. per farlo

è necessaria

una pressi rivoluzionaria

 

il rullare dei tamburi si arresta di colpo. Il Direttore si volta a guardare la piramide lateralmente alle sue spalle, gli attori che l’hanno costruita, le fascine ammassate

 

TUTTI   Q U A N D O ?

 

l’attore che impersonava il Direttore si stringe nelle spalle con un gesto d’impotenza ed esce in silenzio. Gli altri rimangono fermi nelle loro posizioni. Il sipario non cala fino a quando il pubblico da solo non dà segno di avere capito che l’azione è finita

 

F I N E
NOTA BIBLIOGRAFICA

Autori – opere – documenti

 

ARTAUD Antonin – da UNA PANTOMIMA. UN SOGGETTO PER LA SCENA. 1935 circa – da IL TEATRO E IL SUO DOPPIO. 1938

BASAGLIA Franco – LE ISTITUZIONI DELLA VIOLENZA  E PRESENTAZIONE DE L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

intervista di G. A. Gilli a F. B. sul tema LA NEGAZIONE SOCIOLOGICA. 1967

 

IL PROBLEMA DELL’INCIDENTE, in appendice a L’ISTITUZIONE NEGATA 1968

 

CHE COS’E’ LA PSICHIATRIA? . 1967

 

LA LIBERTA’ COMUNITARIA COME ALTERNATIVA a L’ISTITUZIONE NEGATA  e dibattito. 1967

 

e Franca Basaglia Ongaro – introduzione a ASYLUMS di Erving Goffman. 1968

 

BASAGLIA ONGARO Franca – ROVESCIAMENTO ISTITUZIONALE E FINALITA’ COMUNE , da L’ISTITUZIONE NEGATA.  1968

 

Commento a LA CARRIERA MORALE DEL MALATO MENTALE di E. Goffman. 1968

 

BRETON André e i poeti della “Rivoluzione surrealista” – LETTERA AI DIRETTORI DEI MANICOMI. 1925

 

CAMPANA Dino – una testimonianza del manicomio di Castel Pulci – registrazione. 1930

 

CASAGRANDE Domenico – UNA CONTRADDIZIONE ISTITUZIONALE, da L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

 

DELFINI Antonio – POESIE DELLA FINE DEL MONDO. 1961

 

FRANCESCO d’Assisi – CANTICO DELLE CREATURE. 1220 circa

 

GOFFMAN Erving – ASYLUMS. LE ISTITUZIONI TOTALI: I MECCANISMI DELL’ESCLUSIONE E DELLA VIOLENZA. 1961

 

JERVIS Giovanni – CRISI DELLA PSICHIATRIA E CONTRADDIZIONI ISTITUZIONALI, da  L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

 

e Lucio SCHITTAR – STORIA E POLITICA IN PSICHIATRIA: ALCUNE PROPOSTE DI STUDIO, da CHE COS’E? LA PSICHIATRIA?. 1968

 

JERVIS COMBA  Letizia – C DONNE: L’ULTIMO REPARTO CHIUSO, da L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

 

KRIM Seymour – QUESTA STORIA DELLA PAZZIA, da I BEATS. 1960

 

MARIOTTI Luigi ( allora ministro della sanità) – introduzione a CHE COS’E’ LA PSICHIATRIA ? 1967

 

PIRELLA Agostino LA NEGAZIONE DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO TRADIZIONALE, da L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

 

e Domenico CASAGRANDE – JOHN CONOLLY, DALLA FILANTROPIA ALLA PSICHIATRIA SOCIALE, da CHE COS’E’ LA PSICHIATRIA? 1967

 

SCHITTAR Lucio – L’IDEOLOGIA DELLA COMUNITA’ TERAPEUTICA, da l’istituzione negata. 1968

 

SHAKESPEARE William – AMLETO. 1601

 

SLAVICH Antonio – MITO E REALTA’ DELL’AUTOGOVERNO, da L’ISITUZIONE NEGATA. 1968

 

e Letizia JERVIS COMBA – IL LAVORO RENDE LIBERI? commento a due assemblee di comunità dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia. 1967

 

UGOLINO da Monteregio – dai FIORETTI DI SAN FRANCESCO , volgarizzamento dagli ATTI DEL BEATO FRANCESCO E SUOI COMPAGNI. 1330 circa

 

VASCON  Nino – introduzione documentaria a L’ISTITUZIONE NEGATA. 1968

 

ALTRI MATERIALI

 

Amministrazione provinciale di Parma  – progetto per la costruzione di un nuovo reparto dell’Ospedale Psichiatrico, di un centro di socioterapia e di un centro psicogeriatrico. 1967

 

Assemblea generale di comunità dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia del 9 gennaio 1967 – registrazione

 

del 7 febbraio 1967 – registrazione

del 17 maggio 1967 – registrazione

 

Legge n. 36 del 14 febbraio 1904 (vigente) sull’ordinamento psichiatrico

 

 

Legislazione del Granducato di Toscana  e altri stati italiani prerisorgimentali ( Codici di Parma, Codici sardi, Codice penale siciliano, Codice penale estense, regolamenti pontifici – con riferimento al Codice penale francese e al Codice penale austriaco, vigenti in alcune regioni italiane) in materia di trattamento e diritti degli internati nei manicomi

 

Legislazione italiana vigente (Codici e legge del 1904)

 

Lezioni di medicina legale del Professore Orfina – edizione fiorentina del 1841 ( con particolare riferimento alla lezione DELLE MALATTIE INTELLETTUALI – DELLA PAZZIA O ALIENAZIONE MENTALE)

 

Incontro dibattito  tra medici e assistenti sociali degli Ospedali Psichiatrici di Gorizia e Varese il 1° ottobre 1966 – registrazione

 

tra una delegazione di amministratori e infermieri dell’Ospedale Psichiatrico di Colorno (Parma) e una di degenti e infermieri dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia il 30 dicembre 1966

 

Incontri e interviste – conversazioni eccetera con medici e personale dell’Ospedale Psichiatrico di Gorizia, degenti, assistenti sociali e volontari. Settembre-ottobre 1968

 

Manuale di edilizia ospedaliera ( con particolare riferimento alla costruzione degli ospedali psichiatrici) – 1932

 

Manuale per l’addestramento degli infermieri di ospedale psichiatrico  del professore De Giacomo. 1956

Manuale teorico-pratico di medicina legale  del dottore Francesco Freschi colle annesse disposizioni in materia civile e criminale portate dai vigenti codici ( 1846) di Parma, Austria, Francia, Piemonte, Napoli, Toscana, Roma e Modena – edizione milanese del 1846 ( con particolare riferimento al capitolo sulla LEGISLAZIONE CIVILE E PENALE RELATIVAMENTE AI PAZZI, AI FURIOSI E AGLI IMBECILLI)

 

Dizionario medico Larousse. 1963

Regolamento speciale dell’Ospedale Psichiatrico della Provincia di Gorizia (1932) e di altre provincie italiane

 

Trattato di medicina legale secondo lo spirito delle leggi del Regno delle Due Sicilie messe in confronto colle leggi di Francia di Austria e degli altri stati italiani del dottore Pietro Perrone – edizione napoletana del 1858 ( con particolare riferimento ai capitoli DELLE MALATTIE MENTALI O DELLA PSICOLOGIA FORENSE, DEI DISORDINI DEGLI ATTI INTELLETTUALI, DELL’ESALTAMENTO MENTALE, DELLE DIVERSE SPECIE DI FOLLIA).

 

Dopo aver seguito per settimane assemblee di degenti, medici e infermieri; dopo aver parlato con tutti di questo loro esperienza, e aver fatto interviste registrate, e raccolto documenti, siamo tornati a Roma. Abbiamo elaborato i dati storici già trovati e ci siamo messi a scrivere il testo.

Dopo averlo terminato siamo tornati a Gorizia e lo abbiamo letto in una assemblea generale. Non solo medici e infermieri hanno approvato il nsotro lavoro, ma anche i degenti, con cui abbiamo discusso su alcuni punti del lavoro: Essi si sono riconosciuti nelle figure che ne riassumevano ciascuna parecchi: hanno capito il senso del teatro, la sua capacità sintetica e metaforica. Con questo tesoro  siamo tornati a Roma e abbiamo cominciato a rendere spettacolo il nostro scritto, con tutti i disagi, le censure e le difficoltà economiche che prevedevamo e che si sono puntualmente verificate, ma non tanto da farci rinunciare a questo spettacolo, di cui conserviamo ricordi personali e molte belle recensioni che abbiamo riportato nel libro e che abbiamo portato per l’Italia nel corso di due anni, dalle piccole cantine, alle Case del Popolo, al grande Teatro Lirico di Milano attraverso l’invito di Paolo Grassi, direttore del Piccolo Teatro, un uomo che credeva nel valore della libertà e del rispetto di ogni individuo.