concerto mitologico per strumenti e voci
scritto e diretto da Nicola Piovani
solisti dell’Ensemble Aracoeli
Attori in video
Chiara Baffi Carlo Cecchi Paila Pavese
Massimo Popolizio Mariano Rigillo Massimo Wërtmuller
Virgilio Zernitz (James Joyce, Siobhan McKenna)
testi
Konstantinos Kavafis Omero James Joyce
Torquato Tasso Pindaro Umberto Saba
Disegni di Milo Manara
Produzione Compagnia della Luna
Teatro Eliseo, Roma
26 gennaio 2016
Maricla Boggio
E’ stata una bella iniziativa, quella di Luca Barbareschi, di inserire delle serate musicali, non delle solite, nel programma del teatro da lui diretto. Nicola Piovani ha risposto con l’invenzione di una sorta di operina in cui i tanti strumentisti venivano condotti per mano dal suo pianoforte, che offriva i temi via via creati per gli episodi a cui il pubblico veniva accostato, del viaggio di Ulisse attraverso i mondi sconosciuti del Mediterraneo, fino all’arrivo, dopo vent’anni di assenza – dieci per la guerra di Troia, dieci di vagabondaggi “culturali” – alla sua Itaca, dove la fida Penelope lo ha atteso per tutti quegli anni resistendo alle insidie sessuali e di brama di potere dei Proci.
E’ lo stesso Piovani a raccontare, a modo suo, con inserimenti ironici, poetici e metaforici, le vicende di un personaggio che ha attratto per secoli la fantasia e i sogni di scrittori, poeti e artisti di ogni genere. Qui è lui ad aver creato la musica, illustrata da alcuni disegni episodici di Milo Manara, che riporta la vicenda al tono del fumetto intellettuale, fra sirene fascinosamente sensuali, un Ciclope di dimensioni paraboliche e spiagge tendenti all’infinito nel finale di un viaggio che le Colonne d’Ercole impedisce e attrae al tempo stesso, come sappiamo dai versi danteschi. Ma prima sono tanti i riferimenti alla letteratura di tutti i tempi, che alla musica alterna la presenza – in video, il che se da una parte crea suggestioni tecnologico-filmiche, dall’altra riduce l’eterna magia dell’hic et nunc del teatro – di alcuni fra i nostri attori di maggior spicco, ciascuno impegnato nel racconto di un episodio dell’Odissea, a cui preziosamente si aggiungono altri apporti letterari.
La ricca complessità della musica scritta da Piovani avrebbe potuto, a nostro gusto forse falsato dalla ricerca di “voci singole” come in teatro e non soltanto di cori, dare in qualche momento spicco, attraverso l’uso di uno o due strumenti emergenti dall’orchestra, a personaggi emergenti che, raccontati prima o dopo, si perdono poi nella realizzazione musicale.
E’ stata comunque una serata di grande suggestione, e di novità, da apprezzare come una rarità in mezzo a tante celebrazioni sicure dopo secoli di repliche.
E infiniti gli applausi, alla fine, con Piovani che estasiato ha addirittura imposto con bel garbo agli spettatori di alzarsi in piedi per condividere con lui il successo della serata.