ESPRESSIONE TEATRALE 2018-2019

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ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO

di Scienze Psicopedagogiche e sociali  “PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2018-19

Maricla Boggio

ESPRESSIONE TEATRALE

Premessa

Lo scopo specifico degli incontri è quello di rendere i giovani che vi partecipano consapevoli del potenziale creativo che ognuno possiede, talvolta ignorandolo o utilizzandolo in modo ridotto, e di sviluppare questo potenziale creativo a vantaggio della personale ricchezza espressiva. Tale ricchezza viene perduta o repressa dopo i cinque-sei anni di età, quando la scuola immette il bambino in un sistema di regole costrittive spesso finalizzate a renderlo meno rumoroso e autonomo.

La ricchezza espressiva sollecitata dal metodo riguarda prima di tutto ogni individuo in quanto essere umano, poi chi intende portare avanti un percorso creativo fino ad arrivare ad esprimerla in teatro.

La creatività viene sollecitata e riscoperta attraverso il metodo mimico che trae la sua origine dal lavoro compiuto da Orazio Costa su centinaia di giovani.

 

Il corso

Sentirsi pioggia, nuvola, vento. Sentirsi foglia, uccello, alberetto fronzuto. Sentirsi sopra un foglio gettando dalle mani il colore per dire il proprio cielo, o fiore, o mare…

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta e dell’autore.

Per chi intenda sviluppare le proprie capacità di linguaggio e di espressività corporea questo corso induce ad aprirsi al mondo esterno attraverso una recuperata potenzialità interiore, nascosta, ignorata o repressa a causa di una adesione passiva agli stereotipi oggi di moda attraverso l’imitazione dei modelli televisivi e reclamizzati da internet ecc. che privano gli individui della loro caratteristiche specifiche.

Questo corso, pur breve rispetto alla necessità di affinare la propria sensibilità espressiva, è essenziale per operatori che lavorano nell’ambito della tossicodipendenza, dei ragazzi con problemi, degli anziani e nelle comunità terapeutiche e case famiglia in genere, per attivare in se stessi e poi nelle persone con cui si svolge il lavoro una maggior forza  nell’esprimersi creativamente, arricchendo le proprie capacità di comunicare con gli altri, fino a raggiungere, dopo varie fasi intermedie, L’INTERPRETAZIONE TEATRALE.

Il metodo base su cui si fonda il corso è il METODO MIMICO messo a punto da Orazio Costa, maestro di generazioni di attori e registi attualmente impegnati in teatro e cinema.

Attraverso il metodo mimico si sono formati per generazioni attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e della Scuola di Bari.

Esso non richiede particolari attitudini fisiche né memorizzazioni di tipo nozionistico, ma sollecita la persona ad esprimere quanto ha dentro di sé, sia che ne abbia consapevolezza sia che ignori la ricchezza espressiva che è in lui in quanto essere umano.

Specifico del metodo mimico è rendere PIÙ ESPRESSIVA LA GESTUALITÀ E LA VOCE, dalle forme più semplici del quotidiano alle interpretazioni teatrali.

Da tale accresciuta espressività si affronta LA POESIA, PARTENDO DALLA COMPOSIZIONE DEI VERSI e arrivando, attraverso la loro scrittura, ai sentimenti che li animano.

Il metodo sviluppa anche la PROPRIA CREATIVITÀ SUL PIANO PITTORICO. Il gesto si fa espressione del sentimento interiore, l’emozione si proietta sul foglio bianco imprimendogli ciò che la persona prova.

Questo metodo è fondamentale per valorizzare le forme espressive che oltre all’intelligenza razionale, che privilegia la parola, sono sviluppate attraverso altri tipi di intelligenza.

“L’istinto mimico è quella particolare attitudine spontanea dell’uomo a dare aspetto umano con il corpo e con la voce a un fenomeno o a un oggetto, animato o no; è un riflesso istintivo per cui di fronte a una realtà, esterna o interna, ci adeguiamo ad essa, tendendo ad assumere una forma fisica che ne è la trasposizione antropomorfica e impadronendoci del ritmo che le è proprio”.

L’UOMO SI IMMEDESIMA SPONTANEAMENTE NELLA REALTÀ; VIVERE SI PUÒ DIRE CHE SIA PROPRIO IMMEDESIMARSI.

Il metodo allena all’osservazione; affina la capacità di guardare e di vedere, di concentrarsi in un oggetto esterno, fino a quando questo oggetto diventi “interno” a noi e poi si “esprima” attraverso di noi.

In un gioco di alternanze fra assimilazione e differenziazione si costruisce l’identità del soggetto, la costruzione della sua personalità e l’estrinsecazione delle sue potenzialità artistiche.

Dai fenomeni visibili, dagli elementi naturali e dagli oggetti l’immedesimazione si trasferisce ai concetti, ai sentimenti, alle parole, fino alle forme dell’arte.

Il metodo è stato anche sperimentato con portatori di handicaps: attraverso la mimica si attiva un impulso al movimento mediante la parte creativa del cervello, che supplisce alla motorietà carente per la lesione del comando  razionale.

La docente ha tenuto corsi incentrati sul metodo in comunità ed istituti a Roma, Torino e Palermo, all’Accademia nazionale di Danza, al Centro Sperimentale di Cinematografia ecc.

Si lavorerà attraverso figurazioni, espressioni gestuali e fonetiche: l’aria, l’acqua, il sole, le piante, i fiori, i colori, le onde, gli uccelli ecc. come sviluppo e liberazione della propria creatività per arrivare alla parola.

Si lavorerà ad imprimere con le mani immerse nei colori su grandi fogli-quadro la propria impressione di un albero o di una qualche altra forma osservata e scelta.

Se qualcuno suona uno strumento musicale, si lavorerà sui suoni “esprimendoli” con il corpo e poi con la voce.

Si tenterà, a seconda delle potenzialità degli allievi, di interpretare un personaggio in qualche battuta teatrale di forte espressività o una poesia di particolare suggestione, sia a livello singolo che coralmente.

Bibliografia: Filmati realizzati da Maricla Boggio insieme a Orazio Costa, per la RAI, che saranno visti insieme agli allievi.

                       Libri: Maricla Boggio,

Il corpo creativo – la parola e il gesto in Orazio Costa, Bulzoni ed., 2001;

Mistero e teatro – Orazio Costa, regia e pedagogia, Bulzoni ed., 2004.

Orazio Costa maestro di teatro, Bulzoni ed., 2007:

Orazio Costa prova Amleto, Bulzoni ed., 2008.

Nei primi tre libri, a seguire la parte teorica, è pubblicato un laboratorio tenuto dalla docente, che descrive lezione per lezione l’itinerario svolto.

Per chi possiede una cultura teatrale si consiglia di aggiungere alla bibliografia il quarto libro di Maricla Boggio, “Orazio Costa prova Amleto”, in cui il metodo si dispiega in tutta la sua potenzialità espressiva teatrale.

Nel sito di Maricla Boggio si possono vedere i filmati da lei realizzati sul metodo insieme al maestro Orazio Costa.

Sito: www.mariclaboggio.it

Nel sito www.criticateatrale.it si possono leggere alcuni temi sviluppati da allievi negli anni precedenti e le fotografie delle attività svolte.

 

TEMI

Maria Cecilia Giganti – matricola 140EP18

Ho partecipato al corso di Espressione Teatrale immaginandomi di trattare argomenti inerenti il teatro classico, ma il corso tenuto dalla professoressa Boggio e’ stato entusiasmante perché diverso da ciò che mi attendevo.Abbiamo affrontato un mondo fatto di osservazione, mimica, poesia, voce, pittura che ha cambiato il mio modo di percepire ciò che circonda il mio essere persona.Ho potuto riscoprire il mio mondo interiore, fanciullesco, quel mondo fatto di sorpresa e gioco.Un gioco che ti riporta alla conoscenza del tuo io interiore che si apre senza paure e critiche verso gli altri. Mi sono sentita nuovamente bambina e ho riscoperto la bellezza del volo di un uccello, del cadere di una pioggia, della leggerezza del vento, dell’impetuosità di un’onda. Riscoprendo l’istintività del gesto di portare il sentire dell’anima sopra un foglio bianco.La pittura di getto e’ il riscoprire cosa trasmettono le emozioni che percepiamo da ciò che ci circonda. La professoressa Boggio mi ha trasmesso un diverso modo di vedere e vedermi., mi ha fatto conoscere nuovamente una parte di me che credevo non più importante per affrontare la vita nel quotidiano. Essere adulti non significa dover essere imprigionati da una certa estetica che ci impone la società.Sciogliersi da questo ci rende liberi di essere noi stessi.Ognuno di noi ha delle capacità e grazie a questo metodo possiamo riscoprirci. Grazie anche ai filmati visti in aula del maestro Costa con i ragazzi ; sia bambini di asilo, ragazzi delle medie ed adulti , ho potuto comprendere l’importanza di questo metodo educativo.Educare già dai primi anni a riconoscere  e sentire il proprio corpo , la propria voce…il proprio essere se stessi e’ fondamentale.Il corpo per apprendere ciò che ci circonda e poterlo così trasmettere alla propria mente. Questo ci permette di partire da un concetto, osservarlo intellettualmente e farlo,poi divenire un fatto pratico. Ho compreso che tutti gli uomini hanno in se’ una capacità di essere tutto, perché ci immedesimiamo, recepiamo e poi diamo. Questo essere tutto e’ là capacità di esprimerci nell’usare le parole per arrivare ha dare concetti.Grazie alla professoressa Boggio mi sono sentita libera di esprimere ciò che si liberava in me senza alcun tipo di barriere, dal mio essere donna.Ho potuto imparare ad non erigere muri ne’ con me stessa e ne’ con gli altri per paura di essere criticata per ciò che sono e sento di essere.Grazie per averci accolti e per averci insegnato con pazienza ad avere cura di noi , del nostro corpo sia materiale che spirituale.

Chiara Giannini – matricola 1384EP18

Riuscire a descrivere queste corso in pochi aggettivi non è una cosa facile: si potrebbe provare con  inaspettato, sorprendente, straordinario … ma comunque non si riuscirebbe a comprendere appieno ciò che si prefigge e ciò che, in sole sei lezioni, è riuscito a lasciare dentro tutti noi.
Queste lezioni sono state una grande sorpresa per me, sia per i temi molto interessanti che sono stati trattati, sia per le attività svolte, sia per le emozioni provate.
Prima dell’inizio di questo corso ero sinceramente molto incerta e spaventata: non avendo mai fatto prima alcuna esperienza di tipo teatrale e conoscendo il mio carattere, abituato sempre a controllare tutto e di conseguenza poco incline a lasciarsi andare, alla spontaneità, alla creatività.
È bastata però una sola lezione per iniziare a far cadere i miei dubbi iniziali e per farmi capire quanto questo corso mi avrebbe aiutata, su un profilo professionale, ma soprattutto su quello personale.
Mi sono infatti trovata catapultata in uno spazio sicuro e tranquillo, sospeso da ogni giudizio e da ogni schema, da cui di solito ci sentiamo totalmente vincolati, e mi sono sentita libera, a contatto con le mie  vere emozioni.
Ho provato la sensazione di potermi sentire libera come l’aria, incessante come la pioggia, forte come il fuoco … ma non è stata una semplice imitazione di qualcosa: mi sono veramente sentita tutti quegli elementi e, seppur con qualche difficoltà,  sono diventata parte di essi, ed è una cosa che mai avrei creduto di poter fare.
È stato tanto divertente quanto liberatorio sentirsi un gabbiano e volare in gruppo per i corridoi: si percepiva un imbarazzo generale, ma il senso di gruppo e la volontà di riuscirci hanno superato tutte le restrizioni e le limitazioni iniziali.
Essere un’ onda è stato quello che mi è piaciuto di più – probabilmente per il mio attaccamento con il mare – mi sono sentita leggera, fluida, praticamente senza forma, ed è stato altrettanto bello poter imprimere l’emozione che provavo su un foglio, anche qui senza limitazioni di alcun tipo, ma in modo assolutamente spontaneo.
Penso di aver capito ciò che intendeva il maestro Orazio Costa quando parlava del metodo mimico, definendolo come “una dote naturale che possediamo tutti” e che “continuiamo a possedere anche se non la esercitiamo particolarmente per tutta la vita”: ciò che abbiamo fatto è stato proprio questo, recuperare quella capacità che avevamo da bambini di immedesimarci in tutto ciò che ci circonda e ricordare che non riguarda solo i più piccoli, ma tutti noi.
Altrettanto interessanti sono state le lezioni sulle variabili della voce e sulla sua espressività, in particolar modo leggere L’infinito è stato davvero un bel momento: nonostante si tratti di una poesia molto conosciuta ci siamo resi conto di non averla mai davvero compresa fino in fondo, se non dopo averla letta varie volte, rallentando e alleggerendo la voce, proprio perché si tratta di un ricordo, di un’esperienza passata, e tentando di rendere nostri quegli “interminati spazi” e quei “sovrumani silenzi” che inizialmente non riuscivamo proprio ad interpretare.
Sono sicura che le cose apprese grazie a questo corso mi saranno utili nell’ambito professionale, proverò infatti a sperimentare qualcosa e a proporlo ai bambini sotto forma di gioco, ma soprattutto mi hanno aiutato sul profilo personale, facendomi superare alcune mie paure e facendomi entrare ancora di più in contatto con me stessa.
Concludo ringraziando la Professoressa Boggio per i preziosi insegnamenti che ci ha fornito, ma soprattutto per avermi fatto capire che anche dentro di me esiste della creatività, basta solo sapere come tirarla fuori.

Chiara Citraro – matricola 1376EP18

Quando mi sono iscritta al corso di Espressione Teatrale durante il mio primo anno all’ Istituto Progetto Uomo non avevo davvero ben chiaro in che cosa consistesse o cosa comportasse alla fine dei conti, paradossalmente questo ha contribuito a rendere migliore la mia esperienza, non avere aspettative mi ha lasciando la possibilità di stupirmi pienamente.
Questo corso per quanto breve è ben studiato, congeniale per chi come me si deve impegnare nell’aiutare gli altri e consente a tutti di riuscire con maggior facilità a esprimersi senza remore ed essere sensibili.
Sono partita molto “smarrita” e assolutamente insicura su come muovermi, cosa pensare e come interagire con il corso, ma con le lezioni e il metodo usato lezione dopo lezione sono riuscita a sbloccarmi e potermi divertire, sentirmi serena di poter liberare la mia creatività senza provare più imbarazzo, mi ha permesso di lasciarmi alle spalle questa mia caratteristica costante che mi ha sempre privata di molte occasioni.
Il corso si costruisce sul metodo mimico che viene spiegato attraverso diversi video del professor O. Costa, che più che istruire i partecipanti, li guida verso una maggior consapevolezza di se stessi e del corso portandoli a saper gestire meglio il viaggio intrapreso, la propria creatività e saper cogliere il lato migliore della mimica e tanto altro.
Viene trattata anche la gestualità, la voce e la poesia che viene studiata oltre i versi ,arriva ai sentimenti che animano le parole, il poterli esprimere non solo attraverso il timbro ma anche attraverso i gesti e la punteggiatura fino a poter imprimere su carta. Questa, a mio dire, è una delle parti migliori del corso, poter d’istinto gettare attraverso i colori la propria sensazione, lasciando un impronta non solo a livello materiale ma anche interno.
Poter sfogare ciò che portavo dentro, la sensazione che il movimento mi suggeriva, poterla imprimere su carta per poi riosservare con occhi critici l’operato, saperla descrivere e associare a particolari lati di me che non ero pienamente cosciente di avere.
Sono stata Fuoco, Pioggia, Vento e Gabbiano, lo sono stata con tutto il corpo e la mia essenza, dapprima sentendoli dentro e non riuscendo ad esprimerli per poi riuscire a lasciarmi andare e manifestarli a gli altri.
Il corso ci spinge ad aprirci all’esterno, a qualcosa o qualcuno diverso da noi, essere se stessi con le proprie idee e peculiarità che teniamo nascosti sotto gli schemi imposti dalla società, quella ferrea educazione che ci viene impartita e ci impedisce di poterci esprimere come vorremmo.
Inoltre questo percorso riesce anche a stabilire un collegamento tra i partecipanti, in modo silenzioso e progressivo, qualcosa che puoi notare non mentre cresce ma quando ormai è completato e assolutamente visibile a tutti.
Una sinergia che ti porta a ridere, giocare e sorridere insieme ai tuoi colleghi, instaura un vero e proprio legame che va oltre l’ambito lavorativo e ciò difficilmente può ripetersi in altri corsi.
Al termine delle ore svolte insieme ci si rende conto che si desidera ricominciare, avere altre ore per divertirsi e continuare a mimare, essere, esternare cose, oggetti, esseri diversi da noi. Il tempo sembra non bastare, scorre veloce ed arrivare al capolinea e capire che l’esperienza è conclusa lascia gioia per averlo vissuto e dispiacere per non poterlo rivivere di nuovo, ma si ha la consapevolezza di un bagaglio più pesante di quando si è arrivati all’inizio del corso.
Questa opportunità che mi è stata concessa l’ho vissuta appieno, con dubbi, difficoltà e spensieratezza, l’ho ricevuta e ora potrò sfruttarla e trasmetterla ad altri in futuro.
In definitiva è deducibile che come corso sia assolutamente educativo e istruttivo poiché porta i ragazzi a potenziare, chi ha o far emergere chi tiene dentro, la loro creatività, personalità e capacità. Io ne sono testimone, mi ha cambiata e potenziata, rendendomi cosciente del processo che ho intrapreso, per questo posso solo ringraziare Maricla Boggio per avermi permesso tanto.
Posso dire perciò di essere pienamente soddisfatta e senza nessun dubbio è un esperienza che sceglierei di nuovo altre mille volte ancora.

ESPRESSIONE TEATRALE

 

ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO 

di Scienze Psicopedagogiche e sociali  “PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2017-18

Maricla Boggio

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Sentirsi pioggia, nuvola, vento. Sentirsi foglia, uccello, alberto fronzuto. Sentirsi sopra un foglio gettando dalle mani il colore per dire il proprio cielo, o fiore, o mare…

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta e dell’autore.

 

 

Per chi intenda sviluppare le proprie capacità di linguaggio e di espressività corporea questo corso induce ad aprirsi al mondo esterno attraverso una recuperata potenzialità interiore, nascosta, ignorata o repressa a causa di una adesione passiva agli stereotipi oggi di moda attraverso l’imitazione dei modelli televisivi e reclamizzati da internet ecc. che privano gli individui della loro caratteristiche specifiche.

 

Questo corso, pur breve rispetto alla necessità di affinare la propria sensibilità espressiva, è essenziale per operatori che lavorano nell’ambito della tossicodipendenza, dei ragazzi con problemi, degli anziani e nelle comunità terapeutiche e case famiglia in genere, per attivare in se stessi e poi nelle persone con cui si svolge il lavoro una maggior forza  nell’esprimersi creativamente, arricchendo le proprie capacità di comunicare con gli altri, fino a raggiungere, dopo varie fasi intermedie, L’INTERPRETAZIONE TEATRALE.

 

Il metodo base su cui si fonda il corso è il METODO MIMICO messo a punto da Orazio Costa, maestro di generazioni di attori e registi attualmente impegnati in teatro e cinema.

Attraverso il metodo mimico si sono formati per generazioni attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e della Scuola di Bari.

Esso non richiede particolari attitudini fisiche né memorizzazioni di tipo nozionistico, ma sollecita la persona ad esprimere quanto ha dentro di sé, sia che ne abbia consapevolezza sia che ignori la ricchezza espressiva che è in lui in quanto essere umano.

 

Specifico del metodo mimico è rendere PIÙ ESPRESSIVA LA GESTUALITÀ E LA VOCE, dalle forme più semplici del quotidiano alle interpretazioni teatrali.

 

Da tale accresciuta espressività si affronta LA POESIA, PARTENDO DALLA COMPOSIZIONE DEI VERSI e arrivando, attraverso la loro scrittura, ai sentimenti che li animano.

 

Il metodo sviluppa anche la PROPRIA CREATIVITÀ SUL PIANO PITTORICO. Il gesto si fa espressione del sentimento interiore, l’emozione si proietta sul foglio bianco imprimendogli ciò che la persona prova.

 

“L’istinto mimico è quella particolare attitudine spontanea dell’uomo a dare aspetto umano con il corpo e con la voce a un fenomeno o a un oggetto, animato o no; è un riflesso istintivo per cui di fronte a una realtà, esterna o interna, ci adeguiamo ad essa, tendendo ad assumere una forma fisica che ne è la trasposizione antropomorfica e impadronendoci del ritmo che le è proprio”.

L’UOMO SI IMMEDESIMA SPONTANEAMENTE NELLA REALTÀ; VIVERE SI PUÒ DIRE CHE SIA PROPRIO IMMEDESIMARSI.

Il metodo allena all’osservazione; affina la capacità di guardare e di vedere, di concentrarsi in un oggetto esterno, fino a quando questo oggetto diventi “interno” a noi e poi si “esprima” attraverso di noi.

In un gioco di alternanze fra assimilazione e differenziazione si costruisce l’identità del soggetto, la costruzione della sua personalità e l’estrinsecazione delle sue potenzialità artistiche.

Dai fenomeni visibili, dagli elementi naturali e dagli oggetti l’immedesimazione si trasferisce ai concetti, ai sentimenti, alle parole, fino alle forme dell’arte.

Il metodo è stato anche sperimentato con portatori di handicaps: attraverso la mimica si attiva un impulso al movimento mediante la parte creativa del cervello, che supplisce alla motorietà carente per la lesione del comando  razionale.

La docente ha tenuto corsi incentrati sul metodo in comunità ed istituti a Roma, Torino e Palermo, all’Accademia nazionale di Danza, al Centro Sperimentale di Cinematografia ecc.

 

Si lavorerà attraverso figurazioni, espressioni gestuali e fonetiche: l’aria, l’acqua, il sole, le piante, i fiori, i colori, le onde, gli uccelli ecc. come sviluppo e liberazione della propria creatività per arrivare alla parola.

Si lavorerà ad imprimere con le mani immerse nei colori su grandi fogli-quadro la propria impressione di un albero o di una qualche altra forma osservata e scelta.

Se qualcuno suona uno strumento musicale, si lavorerà sui suoni “esprimendoli” con il corpo e poi con la voce.

Si tenterà, a seconda delle potenzialità degli allievi, di interpretare un personaggio in qualche battuta teatrale di forte espressività o una poesia di particolare suggestione, sia a livello singolo che coralmente.

Bibliografia: Filmati realizzati da Maricla Boggio insieme a Orazio Costa, per la RAI, che saranno visti insieme agli allievi.

                       Libri: Maricla Boggio,

Il corpo creativo – la parola e il gesto in Orazio Costa, Bulzoni ed., 2001;

Mistero e teatro – Orazio Costa, regia e pedagogia, Bulzoni ed., 2004.

Orazio Costa maestro di teatro, Bulzoni ed., 2007:

Orazio Costa prova Amleto, Bulzoni ed., 2008.

Nei primi tre libri, a seguire la parte teorica, è pubblicato un laboratorio tenuto dalla docente, che descrive lezione per lezione l’itinerario svolto.

 

Per chi possiede una cultura teatrale si consiglia di aggiungere alla bibliografia il quarto libro di Maricla Boggio, “Orazio Costa prova Amleto”, in cui il metodo si dispiega in tutta la sua potenzialità espressiva teatrale.

 

Nel sito di Maricla Boggio si possono vedere i filmati da lei realizzati sul metodo insieme al maestro Orazio Costa.

Sito: www.mariclaboggio.it

Qualche tema sviluppato dagli allievi

CLAUDIO RACCA MATRICOLA 1332EP17

 

Aprile 2018. Elenco tecniche educative: interpretazione teatrale. Oddio, io e il teatro siamo esattamente agli antipodi. Mai fatto nulla di teatro. Sento i compagni degli altri anni e non mi dicono nulla di più. Nessuno si sbilancia, nessuno sa e vuole dirmi che cosa si fa in questo laboratorio. Il primo giorno ovviamente sono senza aspettative, non sono nemmeno incuriosito da ciò che potrà essere questa esperienza. Oggi posso ringraziare chi non ha voluto darmi nessuna anticipazione. Certamente non si tratta di recitare, non si tratta di interpretare nessun personaggio se non noi stessi. Oltre a noi stessi bisogna far uscire cose che magari abbiamo sempre avuto dentro ma che nessuno ha mai osato farci uscire.  Parliamo del metodo mimico, ed in particolare abbiamo avuto la fortuna di osservare il Maestro Orazio Costa attraverso dei filmati molto interessanti. Assolutamente d’effetto e molto illuminante il fatto che questo metodo permette di recuperare istinti ed emozioni perduti, usando la fantasia e la creatività proprie di ogni essere umano. Attraverso la mimica possiamo fare nostro tutto ciò che ci circonda, anzi possiamo arrivare ad essere qualsiasi cosa. E’ stata una esperienza straordinaria: mi sono sentito acqua, mi sono sentito fuoco, mi sono sentito gabbiano, mi sono sentito aria. L’aria… trasformarmi in aria è stata la cosa che in assoluto più mi ha fatto stare bene. In qualche modo sono riuscito a fondermi con questo elemento così sconosciuto e così scontato. Sentirsi leggeri o pesanti, sentirsi emozionati perché si è riusciti a liberare se stessi da ogni pesantezza … Il metodo mimico è questo e molto altro: rappresenta anche il fatto di poter in qualche modo dare occhi e voce alle cose. Non stiamo parlando di imitazione. Imitare vuol dire prendere a esempio o come riferimento, conformarsi a qualcuno o a qualcosa. Qui non si prende nulla ad esempio, qui siamo noi che diventiamo. Diventiamo un fiore (esperienza che devo ancora perfezionare: volevo essere una ninfea e sono diventato uno spinacino), diventiamo un temporale dirompente un girasole che scaldato dal sole ritrova vigore… In realtà noi abbiamo fatto –forse lo dico con presunzione- mimesi che come dice il Maestro Costa è una dote assolutamente naturale che possediamo tutti. Ognuno di noi può può ritrovare la vitalità espressiva e trasmetterla a tutto il corpo. La voce è espressione di ciò che vogliamo essere o di ciò che stiamo leggendo. La nostra voce può dare un senso a tutto questo e può anche togliere il senso a tutto questo. Siamo stati capaci di leggere (non recitare) l’Infinito di Leopardi imparando a scorgere quello che il Poeta stava mettendo per scritto. Siamo riusciti a dare un senso a quell’insieme di versi che fin da bambini ci hanno fatto studiare senza però mai darne un senso. Questa è stata un’altra esperienza che difficilmente dimenticherò e a distanza di qualche giorno mi è venuta voglia di andare in quel luogo e cercare di scorgere l’Infinito. E’ proprio vero che quando affronti cose nuove non hai aspettative ma hai tanti pregiudizi. Pregiudizi su cose che fino a ieri credevi sciocche, inutili senza alcun valore. Poi ci rendiamo conto che quotidianamente noi siamo questo. Ogni essere umano si esprime con la mimica perché ognuno di noi è intrinsecamente mimico. Siamo mimici con la voce, siamo mimici con il ritmo che diamo ai nostri movimenti o ai suoni che emettiamo per comunicare. Difficile trasformare in parole questo concetto, ma sperimentarlo è qualcosa che ti rende consapevole che non sei una macchietta. Tutto questo però lo si può rappresentare su una tavola bianca con dei colori. Con i colori puoi rappresentare quello che hai dentro e mostrare agli altri ciò che in un solo momento può essere per te un dolce naufragare. I colori non sono convenzionali: il nero non è solo negatività, il nero può essere forza dirompente, può essere il punto da cui nasce tutta la libertà. Il giallo può essere certamente gioia, ma può essere bagliore, accecamento. Dobbiamo liberarci delle convenzioni, dobbiamo essere liberi di esprimere la nostra forza, i nostri turbamenti. Ognuno di noi può utilizzare queste tecniche all’interno dei nostri percorsi educativi. Non è vero che tutto ciò è adatto unicamente ai bambini: sono tecniche espressive adattabili ad ogni ambito. Una persona anziana può essere una foglia leggera quando magari si sente solamente appesantito dalla vita… Un bambino sicuramente avrà più energia e più voglia di esprimersi anche perché non ha preconcetti. In tutto questo voglio assolutamente ringraziare la Professoressa Boggio per avermi in qualche modo permesso di vivere questa esperienza che definirei di consapevolezza, di desiderio di essere.

 

Istituto Superiore Universitario di Scienze dell’Educazione “ Progetto Uomo”

Riflessioni personali sul laboratorio di Espressione Teatrale

a cura della Prof.ssa  Maricla Boggio.

Saveria Mancuso    Matricola 1316EP17

 

Molte sono le cose da cui vorrei iniziare e molti sono i termini che vorrei usare per parlare di questa intensa esperienza. Se dovessi trovare subito un aggettivo direi inaspettato!!

Ho trovato quello che lontanamente non immaginavo di trovare in un laboratorio teatrale, la ricerca di una parte di me : la mia anima istintiva .

Come detto dal maestro e fondatore del Metodo Mimico , Orazio Costa, l’istintività dopo l’adolescenza è qualcosa assai difficile da tirar fuori per via dei comportamenti omologanti e prestabiliti dalla società a cui apparteniamo. La capacità di essere e sentirsi quello che si vuole … una spiga, un albero o un fuoco può essere veramente complicato da esternare, perché abbiamo paura di sembrare ridicoli, di venire giudicati o perché siamo troppo razionali e poco pronti a vivere esperienze diverse dal nostro modo di ragionare o di vivere.

La difficoltà per me è stata soprattutto questa, ma con mio stupore mi sono ritrovata alla fine di questo percorso educativo a liberarmi da questo vincolo e ad essere pienamente cosciente di possedere un’ anima istintiva .

Il riferimento espressivo della natura è un’altra cosa che ha destato in me interesse perché dall’osservazione minuziosa degli elementi si possono rappresentare molti modi diversi di essere la stessa foglia, la stessa emozione , lo stesso movimento . Tutto questo arricchisce non solo il nostro vocabolario linguistico ma anche la nostra creatività e la nostra espressività. Questo aspetto mi sarà molto utile nel mio lavoro con i bambini , cercherò di metterlo in pratica con un progetto anche perché il Metodo parte proprio da loro.

Affascinante, inoltre, è la relazione che c’è tra mimesi, espressione corporea e poesia. Esse danno vita alla rappresentazione , sono di sostegno l’una all’altra e grazie al ritmo e alla voce si compie una vera e propria magia.

La lezione che più ho apprezzato è stata la riscoperta della poesia , in quel momento mi sono sentita proprio sul colle dell’Infinito di Leopardi. Le parole semplici, il peso delle parole, la vitalità delle parole, l’immagine che ricreano le parole ci portano lontano con la mente e con il corpo in un’altra dimensione, quella del poeta e del suo mondo che diventa un po’ anche nostro.

Mimica e segno grafico, colore e pittura in un gesto. Esprimere con un segno un’emozione, la vitalità di un seme , la forza dell’ edera, la dolce malinconia del naufragar. La mano tira fuori , fa da tramite tra noi e il nostro sentirci qualcosa lasciando un’impronta  del momento che diventa così magnifico ricordo.

Ho senza dubbio imparato l’uso e la differenza di alcuni termini tecnici come  ritmo, volume, tempo, intensità, tono, timbro. La storia della nascita di una parte importante del teatro italiano e dei suoi protagonisti. La scoperta di un mondo fatto di fatica , esercizio e dedizione ma anche divertimento e amore per il proprio lavoro.

Sicuramente un’ esperienza vissuta  che mi ha arricchito professionalmente e umanamente che continua a “lavorarmi” dentro.

 

 

 

 

Riflessioni personali sul laboratorio di Espressione Teatrale

A cura della Prof.ssa Maricla Boggio

Claudia Renzi (1308EP17)

Ho partecipato ai corsi della professoressa Boggio presso l’Istituto Progetto Uomo. Ammetto che inizialmente ho provato grande disagio e difficoltà: non è facile tornare a quella spontaneità quasi bambinesca che permette di esprimerti liberamente. Ritrovare la capacità di controllare il proprio corpo, attingere alla propria memoria sensoriale ed essere, poi, in grado di esprimersi sono azioni che per quanto a parole possano sembrare facili sono, effettivamente, molto complesse. Questi sei incontri sono stati un progressivo riavvicinamento alla propria natura e sensibilità,che spesso viene ormai accantonata, attraverso la poesia, il dipinto e la mimica. La riscoperta della mimica, basata su un’osservazione ormai sottovalutata, è una delle caratteristiche di questo corso. Ho deciso di iscrivermi a questo corso perché diverse persone mi hanno avvicinato al teatro, senza che io abbia realmente avuto l’occasione di provarci, così sono entrata con un’aspettativa che è stata totalmente stravolta. La mimica non era imitazione della realtà ma la capacità di “sentirsi” in un determinato ruolo. Ognuno aveva la possibilità di rappresentare la propria realtà attraverso il proprio corpo che diventava foglia, ramo, ali. Imparare ad esprimersi senza timore degli altri dando voce a tutto ciò che si prova penso sia una delle capacità che si possono apprendere all’interno del corso. L’espressione di sé è infatti un’altra abilità che si sta lentamente perdendo, in un’omologazione crescente. Invece si deve tornare ad essere padroni della propria voce; controllare il ritmo, la velocità, il tono, il timbro e il volume: solo così è possibile esprimersi in maniera completa, risultando anche di maggior impatto. Le parole racchiudono un significato che in questo corso abbiamo avuto l’opportunità di cogliere, non solo come messaggio ma come sensazione che dobbiamo essere in grado di trasmettere. Sono conscia del fatto che non bastano sei lezioni per imparare a controllare tutti questi aspetti, ma si sono sicuramente rivelate uno spunto: nella vita c’è bisogno di sperimentarsi e ritrovarsi e il corso è stato utile come incipit, ha mostrato a noi studenti una diversa modalità che solo noi potremo sviluppare poi nel tempo. “Saper entrare ed uscire da sé e dagli altri” è la chiave dell’empatia, nonché base dell’interpretazione. Durante questo corso noi ci siamo “sentiti”, creando così non solo un legame tra studenti ma anche un legame con il mondo che ci circonda. Abbiamo visto diversi video del maestro Costa che stava insegnando: ebbene, in uno di questi un gruppo di giovani attori dà voce ad una grotta attraverso il semplice uso delle vocali. Le vocali che compongono la nostra lingua danno voce al mondo e così abbiamo poi tentato di fare noi, anche se con risultati meno soddisfacenti. Tutto questo è solo un aspetto di ciò che abbiamo fatto: infatti, non ho ancora parlato della pittura. Penso che la differenza l’abbia fatto anche il contatto diretto con i colori.  Non solo siamo diventati colori attraverso la mimica ma attraverso il colore abbiamo rappresentato su tela ciò che prima eravamo “stati”. Con un unico gesto riuscivamo ad esprime tutta una realtà. Colori che riuscivano a rappresentare qualunque cosa. E non si trattava di disegnare, non ce ne era bisogno perché noi rappresentavamo il nucleo, l’essenza e non l’esterno. Penso che il filo conduttore fosse proprio questo: comprendere la vera essenza delle cose, delle parole, delle persone, senza fermarsi all’apparenza.  L’istinto è la chiave di tutto questo processo, senza lunghe e complicate costruzioni. La semplicità è alla base di tutto. Per concludere, penso che questo corso sia stata un’opportunità che starà a me cogliere e poi trasmettere, per cui non posso che ringraziare.

CREATIVITÀ’ TEATRALE 2016-17

 

ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO

 

di Scienze Psicopedagogiche e sociali  “PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2016-17

Maricla Boggio

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ESPRESSIONE TEATRALE

 

Sentirsi pioggia, nuvola, vento. Sentirsi foglia, uccello, alberto fronzuto. Sentirsi sopra un foglio gettando dalle mani il colore per dire il proprio cielo, o fiore, o mare…

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta e dell’autore.

 

 

 

 

 

Per chi intenda sviluppare le proprie capacità di linguaggio e di espressività corporea questo corso induce ad aprirsi al mondo esterno attraverso una recuperata potenzialità interiore, nascosta, ignorata o repressa a causa di una adesione passiva agli stereotipi oggi di moda attraverso l’imitazione dei modelli televisivi e reclamizzati da internet ecc. che privano gli individui della loro caratteristiche specifiche.

 

Questo corso, pur breve rispetto alla necessità di affinare la propria sensibilità espressiva, è essenziale per operatori che lavorano nell’ambito della tossicodipendenza, dei ragazzi con problemi, degli anziani e nelle comunità terapeutiche e case famiglia in genere, per attivare in se stessi e poi nelle persone con cui si svolge il lavoro una maggior forza  nell’esprimersi creativamente, arricchendo le proprie capacità di comunicare con gli altri, fino a raggiungere, dopo varie fasi intermedie, L’INTERPRETAZIONE TEATRALE.

 

Il metodo base su cui si fonda il corso è il METODO MIMICO messo a punto da Orazio Costa, maestro di generazioni di attori e registi attualmente impegnati in teatro e cinema.

Attraverso il metodo mimico si sono formati per generazioni attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e della Scuola di Bari.

Esso non richiede particolari attitudini fisiche né memorizzazioni di tipo nozionistico, ma sollecita la persona ad esprimere quanto ha dentro di sé, sia che ne abbia consapevolezza sia che ignori la ricchezza espressiva che è in lui in quanto essere umano.

 

Specifico del metodo mimico è rendere PIÙ ESPRESSIVA LA GESTUALITÀ E LA VOCE, dalle forme più semplici del quotidiano alle interpretazioni teatrali.

 

Da tale accresciuta espressività si affronta LA POESIA, PARTENDO DALLA COMPOSIZIONE DEI VERSI e arrivando, attraverso la loro scrittura, ai sentimenti che li animano.

 

Il metodo sviluppa anche la PROPRIA CREATIVITÀ SUL PIANO PITTORICO. Il gesto si fa espressione del sentimento interiore, l’emozione si proietta sul foglio bianco imprimendogli ciò che la persona prova.

 

“L’istinto mimico è quella particolare attitudine spontanea dell’uomo a dare aspetto umano con il corpo e con la voce a un fenomeno o a un oggetto, animato o no; è un riflesso istintivo per cui di fronte a una realtà, esterna o interna, ci adeguiamo ad essa, tendendo ad assumere una forma fisica che ne è la trasposizione antropomorfica e impadronendoci del ritmo che le è proprio”.

L’UOMO SI IMMEDESIMA SPONTANEAMENTE NELLA REALTÀ; VIVERE SI PUÒ DIRE CHE SIA PROPRIO IMMEDESIMARSI.

Il metodo allena all’osservazione; affina la capacità di guardare e di vedere, di concentrarsi in un oggetto esterno, fino a quando questo oggetto diventi “interno” a noi e poi si “esprima” attraverso di noi.

In un gioco di alternanze fra assimilazione e differenziazione si costruisce l’identità del soggetto, la costruzione della sua personalità e l’estrinsecazione delle sue potenzialità artistiche.

Dai fenomeni visibili, dagli elementi naturali e dagli oggetti l’immedesimazione si trasferisce ai concetti, ai sentimenti, alle parole, fino alle forme dell’arte.

Il metodo è stato anche sperimentato con portatori di handicaps: attraverso la mimica si attiva un impulso al movimento mediante la parte creativa del cervello, che supplisce alla motorietà carente per la lesione del comando  razionale.

La docente ha tenuto corsi incentrati sul metodo in comunità ed istituti a Roma, Torino e Palermo, all’Accademia nazionale di Danza, al Centro Sperimentale di Cinematografia ecc.

 

Si lavorerà attraverso figurazioni, espressioni gestuali e fonetiche: l’aria, l’acqua, il sole, le piante, i fiori, i colori, le onde, gli uccelli ecc. come sviluppo e liberazione della propria creatività per arrivare alla parola.

Si lavorerà ad imprimere con le mani immerse nei colori su grandi fogli-quadro la propria impressione di un albero o di una qualche altra forma osservata e scelta.

Se qualcuno suona uno strumento musicale, si lavorerà sui suoni “esprimendoli” con il corpo e poi con la voce.

Si tenterà, a seconda delle potenzialità degli allievi, di interpretare un personaggio in qualche battuta teatrale di forte espressività o una poesia di particolare suggestione, sia a livello singolo che coralmente.

Bibliografia: Filmati realizzati da Maricla Boggio insieme a Orazio Costa, per la RAI, che saranno visti insieme agli allievi.

                       Libri: Maricla Boggio,

Il corpo creativo – la parola e il gesto in Orazio Costa, Bulzoni ed., 2001;

Mistero e teatro – Orazio Costa, regia e pedagogia, Bulzoni ed., 2004.

Orazio Costa maestro di teatro, Bulzoni ed., 2007:

Orazio Costa prova Amleto, Bulzoni ed., 2008.

Nei primi tre libri, a seguire la parte teorica, è pubblicato un laboratorio tenuto dalla docente, che descrive lezione per lezione l’itinerario svolto.

 

Per chi possiede una cultura teatrale si consiglia di aggiungere alla bibliografia il quarto libro di Maricla Boggio, “Orazio Costa prova Amleto”, in cui il metodo si dispiega in tutta la sua potenzialità espressiva teatrale.

 

Nel sito di Maricla Boggio si possono vedere i filmati da lei realizzati sul metodo insieme al maestro Orazio Costa.

Sito: www.mariclaboggio.it

Temi di allieve dopo la frequentazione del corso

 

RIFLESSIONI PERSONALI SUL LABORATORIO DI ESPRESSIONE TEATRALE

TENUTO DALLA PROF.SSA MARICLA BOGGIO

DI ENRICA LENCI

MATRICOLA: 1234EP16

 

Quando ho saputo di essere stata inserita nel Laboratorio di Espressione Teatrale mi sono immediatamente entusiasmata all’idea di parteciparvi, non solo per via della mia passione per il teatro ma, soprattutto, per poter sperimentare tecniche espressive nuove da poter poi utilizzare coi bambini di cui mi occupo.

Da questo punto di vista avevo enormi aspettative, ma non immaginavo che questa esperienza sarebbe stata così coinvolgente sotto il profilo emotivo.

Si è trattato di un processo dinamico che, poco a poco, mi ha consentito, almeno per lo spazio dei sei incontri svolti, di liberarmi di quella maschera che, per ragioni professionali e anagrafiche, sono solita indossare.

Non nascondo di aver dovuto vincere non poche difficoltà iniziali, dovute soprattutto all’abitudine ad esercitare su me stessa un controllo che spesso mi conduce a perdere spontaneità e autenticità.

Non è facile per un adulto impadronirsi di nuovo dell’espressività immediata e istintiva del proprio corpo, di quella stessa naturalezza propria del bambino; si ha paura di mostrarsi in una veste inconsueta, si teme il ridicolo.

Io, solitamente così padrona della situazione, ho provato (ahimè!) grande imbarazzo al principio.

Poi, di ora in ora, di lezione in lezione, si è compiuta una vera magia.

Sono stata invitata ad entrare in uno spazio fuori dall’ordinario, dove ogni giudizio era sospeso, dove nessuno si aspettava che rispettassi un ruolo, dove anzi mi si chiedeva di svincolarmi da schemi e pregiudizi, per recuperare un contatto più autentico con me stessa. Ho capito che dovevo lasciarmi guidare in questo viaggio alla riscoperta della mia più intima capacità espressiva, acconsentendo a liberare le mie emozioni , per esprimere quei movimenti interiori che non avrei saputo spiegare a parole. Mi sono guardata dentro in un modo nuovo, stupendomi di poter attingere ad un universo di forme, suoni, colori a cui poi dar vita attraverso il corpo e la voce.

E’ stato stimolante ascoltare i suggerimenti del maestro Costa, e tentare di trovare una vocalità nuova per leggere, ad esempio, i versi dell’Infinito di Leopardi (cosa di cui, peraltro, avevo già discusso tante volte con mia madre, interrogandomi su quale dovesse essere il modo giusto per recitarli). Altrettanto sorprendente è stato poi ritrovarmi sola, in casa, dopo la lezione, intenta ad appropriarmi delle parole del poeta, dei “sovrumani silenzi” e della “profondissima quiete” del mio personale “ermo colle”.

E quanto divertimento nel volteggiare per gli spazi dell’Istituto insieme alle altre compagne, sentendomi/ci “ROSSO”,  come se fossimo tante pennellate di colore da stendere nell’aria! Proprio riguardo all’atmosfera che si è creata nel gruppo classe, vorrei tentare di spiegare le mie sensazioni più profonde, perché  anche l’aspetto relazionale di questa esperienza mi ha toccata non poco. Infatti, mentre in apertura di corso non avvertivo ancora una complicità con le colleghe, col trascorrere delle ore di lezione ho ravvisato in tutte un cambiamento, un’apertura, una sorta di espansione dell’anima che ha travolto le resistenze dei primi momenti, per soffiare in tutte noi un sentimento di fiducia, uno spirito di partecipazione, un brio condiviso.

Tutto questo ho avvertito quando siamo uscite all’aperto e ci siamo sentite alberi abbracciati dal sole, che si sono avvicinati per riunirsi in un bosco prospero e ospitale.

Altrettanto appagante è stato “sperimentarsi” nelle emozioni, liberando energia attraverso ogni fibra del proprio essere. Ammetto che, anche in questo caso, ho dovuto aprire a forza un varco nell’intricata foresta delle mie inibizioni, per conquistare un grido che esprimesse la mia rabbia, affinché io divenissi “RABBIA”, esplosa nei corridoi dell’IPU.

Allo stesso modo mi ha coinvolta la prova mimica de “La vita è sogno”, di Calderòn de la Barca, in cui sono nata uccello simile a un “piumoso fiore”,  che si innalza come un ramoscello alato, per poi saettare libero nell’aria; e poi una fiera, animosa e sanguinaria, pronta ad artigliare la sua preda; dopodiché un pesce vivace che esplora l’abisso; quindi un esuberante ruscello che guizza tra i fiori; e, per finire, un vulcano esplosivo prossimo a rovesciare il suo magma.

Ho trovato affascinante anche l’attività pittorica, quel raccontarmi, “Pioggia”, su un foglio bianco, nell’immediatezza del gesto che si fa colore; quel rovesciarmi nelle tinte meno accese per essere, “Armonia”,  sulla carta. In questa pratica viva e immediata, libera da condizionamenti e regole limitanti, i colori hanno preso la ‘forma’ delle mie vibrazioni interiori, ricontattando ed esprimendo una parte sconosciuta di me stessa.

Per tutte queste ragioni (forse esplicitate con troppa enfasi, perché enunciate sulla scia emotiva dell’esperienza da poco conclusa), sto già progettando di far provare ai bambini che seguo, quello che ho sperimentato durante questo laboratorio, convinta che un simile percorso possa promuovere lo sviluppo delle loro abilità corporee, vocali, immaginative e attentive, aiutandoli ad attenuare certe rigidità muscolari ed emotive.

Al termine di questa mia riflessione/confessione, posso concludere che il senso più rappresentativo di questa avventura lo riconduco all’aver ritrovato la consapevolezza di poter accedere all’inesauribile ricchezza del mio essere per poterla celebrare in tutte le sue sfumature e per aderire ad una visione di me, dell’altro e della natura, più inclusiva che, magicamente, mentre include si espande, moltiplicando e al tempo stesso definendo la mia identità. Grazie!

 

SILVIA ASSOGNA

 

Matricola 1227ep16

 

Questa esperienza è stata a dir poco sorprendente.

Durante le prime lezioni pensavo: “ma cosa stiamo facendo? Cos’è questa roba? A che cosa serve?”

Mi sentivo una scema. “ devo fare il vento? Ma stiamo scherzando! A cosa mi serve? E soprattutto, come si fa?

Con il passare del tempo, piano piano, ho iniziato a capire. Ero bloccata, bloccata nel comportamento rigido e corretto che mi chiede di tenere la società. Avevo in un certo senso smesso di essere bambina.

Avevo smesso di credere che infondo io potevo essere tutto ciò che volevo. Ecco cosa ho imparato da questa esperienza, che posso essere acqua, fuoco, nuvola, albero, pesce, ho imparato a sentire veramente dentro di me tutto ciò che percepisco attraverso i sensi. Una volta che ho imparato a sentire ed osservare attentamente, ho iniziato ad essere.

Non si tratta di fantasia, ma della forza che abbiamo dentro e delle nostre capacità per cui possiamo essere ciò che vogliamo. Prima guardavo le cose con una certa superficialità, invece ora ho imparato a soffermarmi e posso dire che molte volte vale davvero la pena. Le esperienze si caricano di significato e la sensazione che hai dentro ti fa sorridere occhi bocca e cuore.

Per esempio, dopo le prime lezioni sono stata a Recanati (per caso) ed ho visto il famoso “ermo colle” che a forza di leggere avevo quasi odiato!

Beh, il carico di emozioni e sensazioni che ho provato stando in quel posto è indescrivibile. Ripensavo ai versi letti in classe, alle sue parole (della prof) e per qualche istante mi è sembrato di poter vedere lì Leopardi e mi ripetevo le sue frasi nella mente. Ho provato nostalgia e un briciolo di tristezza, tutto quello che in classe mi era difficile capire. Infatti ad un certo punto il mio ragazzo mi fa :”che hai?” e io :”niente, stavo pensando alla poesia… L’Infinito, mi stavo immaginando Leopardi. .etc … e lui :”tu sei matta!!”

Ed io tra me e me dicevo :” ma che ne sa lui?! E come posso spiegare il carico di emozioni che ti da questa esperienza? Dovrebbe farla, tutti dovrebbero farla. Tutti dovrebbero imparare a sciogliersi dalle catene del “buon costume” che ci impone la società e sentirsi potenti e capaci di poter essere e poter provare ciò che si vuole senza doversene vergognare. Non è un percorso facile, e nemmeno breve, per quanto mi sia sciolta un po’ che avrei ancora tanto da vedere e sentire. Non dico imparare perché qui nono si tratta di imparare per esempio a fare l’albero, si tratta di sentirti albero, il tuo albero, quello che è dentro di te e che solo tu puoi essere.

Durante le ultime lezioni le emozioni sono cambiate, non ero più scettica e imbarazzata, mi sentivo libera, divertita e leggera. Dovrebbero promuovere di più questo tipo di laboratorio e in più ambiti. Si, con i bambini è molto utile e a loro risulterà sicuramente tutto più facile perché ancora non sono impigliati negli schemi della società, ma io lo vorrei far fare alle persone più grandi, adolescenti, adulti, e perché no, anche anziani (ovviamente nelle loro possibilità). Tutte le persone come me, abituate a dover seguire un determinato tipo di condotta, dovrebbero scoprire quanto ci si può sentire liberi e leggeri. Quanto sia carico di emozioni e sentimenti tutto ciò che ci circonda e quanto possiamo prendere da questo tutto.

Che poi capisci anche quanto sia più facile e soddisfacente rappresentare ciò che provi.

Ad esempio, quando abbiamo dovuto disegnare, la prima volta ho cercato di dare un’immagine somigliante alla realtà del fiore e del germoglio. A lavoro finito non ne ero soddisfatta.

La seconda volta, quando ho rappresentato la passione, non con gli occhi, ma con ciò che il mio corpo mi diceva, sono stata davvero fiera del risultato, era davvero quello che volevo rappresentare per come lo provavo.

Le emozioni sono state tante e contrastanti tra prima e dopo, anche quando dovevamo uscire dalla classe e immedesimarci in qualcosa, le prime volte mi sentivo una pazza ridicola, dopo no, dopo mi sentivo semplicemente un uccello! C’era un po’ di imbarazzo, ma non vergogna. Credo sia stata una delle esperienze più significative della mia vita, che mi ha davvero lasciato qualcosa di utile per me stessa, che mi ha insegnato a guardare come i miei occhi possono guardare, come le mie orecchie possono sentire, e muovermi come il mio corpo può muoversi e non come si “dovrebbe”.

Quindi posso dire che se posso essere vento, posso essere tutto quello che voglio!

Concludo ringraziandola, ed anche se all’inizio è stato difficile avvicinarci, posso dirle che è stato altrettanto difficile lasciarci.

 

 

 

CREATIVITA’ TEATRALE 2016

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ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO

di Scienze Psicopedagogiche e sociali  “PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2015-16

Maricla Boggio

ESPRESSIONE TEATRALE

Sentirsi pioggia, nuvola, vento. Sentirsi foglia, uccello, alberto fronzuto. Sentirsi sopra un foglio gettando dalle mani il colore per dire il proprio cielo, o fiore, o mare…

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta e dell’autore.

 

Per chi intenda sviluppare le proprie capacità di linguaggio e di espressività corporea questo corso induce ad aprirsi al mondo esterno attraverso una recuperata potenzialità interiore, nascosta, ignorata o repressa a causa di una adesione passiva agli stereotipi oggi di moda attraverso l’imitazione dei modelli televisivi e reclamizzati da internet ecc. che privano gli individui della loro caratteristiche specifiche.

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CREATIVITA’ TEATRALE 2015

Gli allievi del Corso

ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO

 

di Scienze Psicopedagogiche e sociali  “PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2014-15

Maricla Boggio

ESPRESSIONE TEATRALE

 

Sentirsi pioggia, nuvola, vento. Sentirsi foglia, uccello, alberto fronzuto. Sentirsi sopra un foglio gettando dalle mani il colore per dire il proprio cielo, o fiore, o mare…

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta e dell’autore.

 

Per chi intenda sviluppare le proprie capacità di linguaggio e di espressività corporea questo corso induce ad aprirsi al mondo esterno attraverso una recuperata potenzialità interiore, nascosta, ignorata o repressa a causa di una adesione passiva agli stereotipi oggi di moda attraverso l’imitazione dei modelli televisivi e reclamizzati da internet ecc. che privano gli individui della loro caratteristiche specifiche.

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ESPRESSIONE TEATRALE

ISTITUTO SUPERIORE UNIVERSITARIO

di Scienze Psicopedagogiche e sociali 

“PROGETTO UOMO”

Anno Accademico 2011-12 

Sentirsi suono che vibra nell’aria, diventare quel suono con tutto il corpo…

E poi finalmente far uscire la propria voce arricchita di creatività, dalle frasi quotidiane alla poesia, al TEATRO ripercorrendo il percorso creativo del poeta.

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RIFLESSIONI CORSO BIFEST DI BARI

ragazzi Bari

Qualche riflessione degli allievi dopo la conclusione del Master

tenuto da Maricla Boggio

24 – 28 gennaio 2011. Bari, Bif&st

Isabella Careccia

 

Cara dottoressa Boggio,

 

Vorrei ringraziarla di tutto,

sperando che questa foto le possa ricordare

alcuni di noi che davvero hanno appreso con stima tutto quello che in poco

tempo Lei ci ha dato.

Con tanta stima

Adelaide Di Bitonto

Cara dottoressa Maricla,

Mi ritengo fortunata ad aver conosciuto una donna di uno spessore culturale

ed artistico come Lei.

Ogni sua parola mi ha arricchita professionalmente ed interiormente,aprendo

un ‘ulteriore”porta”al mio percorso di attrice.

L’amore che nutro per il teatro è immenso,è ossigeno e linfa vitale,e il

Metodo che ha cercato di insegnarci,purtroppo avendo solo cinque giorni a

disposizione, mi ha letteralmente rapita ed ha fomentato questa mia grande passione.

Ho lavorato con il mio corpo per tanti anni,esattamente 15,sono stata una

ballerina classica e contemporanea,ed il Metodo Costa in questo momento

della

mia vita e del mio percorso artistico,sarebbe l ‘ideale per andare”oltre”

il corpo ed abbattere quei blocchi…..

Ho abbandonato la danza perchè esprimermi solo con il corpo non mi dava

più emozione,ed ho capito che avevo bisogno di comunicare anche attraverso la

voce,e da quel momento in poi è nato l’amore per la recitazione e per il

teatro,ovvero  16 anni fa..

Entrare in contatto con questo Metodo mi ha aiutato a capire quanto

possiamo essere legati ad un pensiero prima di agire e nel momento in cui non pensi

ma senti dentro di te un impulso è proprio in quel momento che”diventi e sei

qualcosa”.Magari lo troverà ingarbugliato questo suddetto pensiero,ma Le assicuro che

ho metabolizzato ogni Sua sacra parola.

Spero che ci sia la possibilità di incontrarLa ancora e di lavorare con

Lei sul Metodo.

Sono pugliese,ma vivo a Roma da tanti anni e non appena ho saputo del

seminario organizzato dal Dottor Laudadio, mi sono precipitata a Bari, perché

sarebbe stata un’occasione unica,infatti lo è stata.

Grazie di cuore per quel che ci ha donato nelle ore preziose trascorse

insieme.

Le porgo i miei più cordiali saluti.

P.S. Le invio qualche foto ed il mio CV, così al mio nome associa il volto,

eravamo 90 attori e mi rendo conto che sarebbe stato difficile

memorizzarci

tutti in così poco tempo. 

Lucia Scarli

… le ore trascorse in compagnia della dottoressa Maricla Boggio siano state di grande arricchimento, non solo per tutte le nozioni che con grande maestria e professionalità lei ci ha donato, ma anche un mio arricchimento dell’anima, della mente e del corpo che sicuramente inserirò nel mio bagaglio di studio della professione di attrice…

Marina

… ho acquisito nozioni importanti, condividendo il metodo Orazio Costa e apprezzando la chiarezza della curatrice Maricla Boggio; posso dire che essendo stato un laboratorio sintetico, mi ha nutrito… Grazie, Maricla, speriamo di ripetere l’esperienza.

Carmela De Pinto

… Le mie impressioni circa il seminario della dottoressa Boggio sono entusiasmanti.

… ha illuminato le mie scarse conoscenze… Credo debba riguardare la formazione di un attore, questo metodo, a tutto tondo. Sono invidiosissimo di chi ha potuto seguire il maestro a Bari, circa 20 anni fa. Cercherò, fuori di qui, di approfondire concretamente … Ringrazio per disponibilità e chiarezza la dottoressa e tutto lo staff che ha permesso di fare tutto questo. 

Rosanna Ventura

… 5 giorni per ricordare l’importanza dell’attore “strumento” … che ha bisogno di allenamento, di amor proprio, del coraggio di una scelta difficile… Per me, uno stimolo nuovo per tornare quotidianamente  a piedi nudi sul palco a riscoprirmi attrice. 

Anna De Palma

… inventare un’immagine andando oltre l’immedesimazione; agire per il “parossismo”; scoprire la spontaneità e la verità negli elementi della natura “usati” allo scopo di scatenare capacità espressive insospettabili; ri-scatenare certe urgenze espressive ( da trasferire anche ed eventualmente alle cose umane); “trovare” un fenomeno e diventare quello stesso fenomeno naturale, ma non preoccuparsi di rappresentarlo bensì solo di essere ciò che si va a vivere SENZA COMMENTARSI SENZA INDUGIARE NELLA MENZOGNA, insomma non bisogna raccontare e raccontarsi frottole, fino a capire che la verità si trova soltanto seguendo la battuta del personaggio e quindi la verità è da ricercarsi nel testo stesso, capire che il personaggio è nella battuta e quindi nel testo da leggere atto per atto per desumerne il nodo drammatico….Il metodo è questo ed altro ancora…

Isabella Careccia

Chi vuole provare ad armonizzarsi, ad “integrarsi” nell’essenza stessa dell’esistere, del fare parte di un mondo che ti ha inglobato nelle sue mille forme di vita, dovrebbe entrare nel progetto del metodo, perché qui impari a librarti leggera nell’aria, impalpabile, evanescente… come una farfalla… una foglia… un colibrì prendendo gli abiti e i colori della natura…

Elvira Berarducci

… sentendomi minuto per minuto mentre lavoro sul mio potenziale essere foglia, o nuvola, un po’ più libera, un po’ più leggera, un tantino meno nella mia mente e forse più nel mio corpo, comincio a domandarmi: fino a che punto posso spingermi? E come potrebbe essere, proseguendo lo studio di questo metodo, un giorno, librarmi in volo come una rondine? Per concludere, grazie, Maricla Boggio, per il dono che è stato questo piccolo seminario.

Isabella Ragno

… vorrei ringraziarla per tutto quello che mi ha insegnato. Tutto quello che è entrato dentro la mia anima, rimarrà dentro di me perché si imprime e non esce più, perché è diventato un osservare ciò che c’è intorno e poter apprendere, sperimentare e mettere in gioco me stessa in questo mestiere che amo.

Lei mi ha insegnato a tirar fuori le molteplici possibilità di essere, e il tesoro che mi è stato donato lo metterò in pratica ricordando sempre Lei e il Grande Maestro Orazio Costa. Il tempo è stato poco, ma per me prezioso , e ben speso. Spero di incontrarla ancora per imparare tanto per il mio futuro di attrice.

Daniele Di Stefano

…. il mio più completo ringraziamento alla dottoressa Boggio e a quanti hanno permesso il realizzarsi del seminario per attori “Metodo Orazio Costa”… La chiarezza delle spiegazioni con cui i numerosi argomenti sono stati trattati durante il suddetto master dalla dottoressa Boggio è stata difatti, a parer mio, indice della professionalità con cui questo progetto è stato realizzato….

Ketty Volpe

Queste tue lezioni magistrali mi hanno aperto nuovi orizzonti, nuove e diverse possibilità di osservare, di conoscere, di approfondire… di non fermarmi alle apparenze… Torno a casa la sera con un desiderio enorme di rileggere meravigliosi testi teatrali con l’attenzione e forse una maggiore maturità con cui li ho studiati alcuni anni fa. Questi incontri mi hanno ridato entusiasmo e consapevolezza…. Guardo con occhi nuovi ciò che mi circonda e come diceva il Maestro Costa… “Un tramonto non è mai uguale all’altro… Sforzatevi di osservare…”. Queste parole mi hanno cambiato la vita… hanno completamente ribaltato il mio modo di essere al mondo!! Grazie ancora per le tue parole e per la tua grande umanità e generosità. E spero di rivederti presto.

Stefania Papa 

“Il palcoscenico rende immortali!!”. Mai frase fu più vera, se si considera la grandissima opportunità ricevuta in questi giorni!!

Attingere, bere alla fonte del più grande Maestro di teatro che l’Italia abbia avuto, attraverso una grande pedagoga ed una grande regista e drammaturga, è stata prevedibilmente un’esperienza preziosissima. E continuare a incrementare il mio sapere, a scoprire quante e quali possibilità espressive sono possibili nell’utilizzo del mio corpo… e pensare che questo è solo un pallido inizio!!

La trasfigurazione che porta a sentirsi vita, natura, animale, per ritornare ad essere uomo e attore, è un magico processo straordinario, poiché dona la libertà di sentirsi vivere in un altro corpo e in un’altra vita, per dirla come Pirandello, “Uno, nessuno e centomila”!!. Il mio augurio è di poterla incontrare ancora, assieme al mio più sentito ringraziamento.

Micol De Maria

Queste 5 giornate hanno risvegliatola mia parte curiosa e creativa, assopitasi nel tempo, portandomi a guardare con occhio più attento non solo la realtà circostante ma anche quella interiore. sostituire l’”imitazione” con l’”immedesimazione”, l’”essere qualcos’altro”; spogliarsi di ogni sovrastruttura e ascoltare il suono del proprio respiro, delle proprie pulsioni, del proprio “io” fino a giungere a dargli voce. Come un pittore si serve di forme e di colori allo stesso modo anche l’attore “dipinge” la battuta. dando forma alle parole, colorandole. Queste 5 giornate, poche per imparare un metodo così articolato e complesso, sono state, invece, utilissime a darmi una nuova chiave di lettura del mestiere dell’attore portandomi a scoprire nuovi paesaggi di potenzialità.

Aldo Calò Gabrieli

L’audace tentativo di Orazio Costa di recuperare quell’espressività naturale, ingabbiata nella “compostezza” fantomatica della società odierna, limitata dal “perbenismo” mediatico e audiovisivo dei nostri giorni e irrigidita dall’Industria Culturale e dal conformismo borghese, si propone di liberare da ogni essere umano – indipendentemente dall’età – la creatività infantile, la “disponibilità a fare”, a esprimersi con il proprio corpo, a comunicare il proprio mondo interiore, ad aprirsi alla sperimentazione di se stessi, al lavoro nell’immediatezza, oltre che sulla spontaneità vivace di una rondine che spicca il volo o sull’interiore individuabilità di un filo d’erba che gradualmente cresce verso il volto celeste. Guardarsi dentro ed esplorarsi per “essere quello che si va a vivere”: questo per riassumere in breve il lavoro di immedesimazione che Costa ha condotto e approfondito negli anni. Trasferire al di fuori di noi con ritmo, movimento e suono l’energia che l’emozione per la vita ci comunica, (e per lo meno dovrebbe!) continuamente; il verso dell’uomo, la freschezza espressiva, la traccia lasciata da un gesto.

Ringrazio vivamente la sua disponibilità e la sua pazienza per averci reso partecipi del grande e immenso universo che può venir fuori dalla ricca interiorità dell’essere umano, ottimamente riscoperta e rivissuta dalla sensibilità e dal coraggio del Maestro Costa.

 

Domenico Tacchio

… un metodo interessante… Da approfondire… Spero in un percorso più duraturo.. e intensivo…

 Michela Leopizzi

… allieva seppur per breve tempo…nel corso di Bari…Mi ha lasciato un bellissimo ricordo ed un forte desiderio di studiare ancora con te… Hai allargato il mio campo visivo! Hai iniettato un gene… quello della verità… Dopo la discussione della tesi voglio continuare a studiare con Costa. Grazie.

disegno ragazzo bari

Giuseppe Vitale